martedì 31 luglio 2007

Tiochfaidh àr là.

Era il 1969 quando le truppe di Sua maestà iniziarono l’occupazione militare dell’Irlanda del Nord, innescando una sanguinosa e legittima guerra di resistenza e liberazione del popolo irlandese contro l’invasore. 38 anni di occupazione sono passati, con le sue centinaia di morti provocati dall’arroganza inglese, ed oggi (31.07.07), è stato finalmente formalizzato il totale ritiro dell’esercito britannico dalle contee occupate. Non dobbiamo dimenticare però che, nonostante il ritiro dell’esercito, le contee dell’Ulster rimangono comunque sotto il controllo inglese (politico e “militare”) ma, non possiamo che felicitarci nel vedere quest’ennesima vittoria d’un popolo che da sempre, con sangue e sudore, ha combattuto per la sua libertà, per la sua terra e per la sua stirpe. (www.azionetradizionale.com)





Signori, si chiude. Dopo 38 anni, l’esercito britannico lascia per sempre l’Irlanda del Nord. Termina alla mezzanotte di oggi la più lunga e controversa missione all’estero delle truppe di Sua Maestà, impegnate dal 1969 nel cuore della provincia britannica martoriata per un trentennio da una sanguinosa guerra civile tra Cattolici e Protestanti. La presenza dell’esercito britannico cominciò lentamente a declinare nel 2005, con il piano di demilitarizzazione deciso da Westminster in risposta all’abbandono della lotta armata da parte dell’Ira. Le unità del Royal Ulster Regiment e dell’Ulster Defence Regiment, questi i nomi dei battaglioni dispiegati nelle quattro contee nordirlandesi, sono state testimoni del periodo più buio dei Troubles (i ‘disordini’) , intervenendo dapprima come forza di interposizione nelle marce che opposero gli attivisti cattolici ai manifestanti protestanti, poi come sostegno alle forze di polizia.



Belfast divisa (foto di Marco Pavan)Diciotto morti a Warrenpoint. Il loro ruolo cambiò drasticamente quando l’Ira cominciò la campagna armata. Nel 1972, anno in cui la guerra civile raggiunse il suo picco (con 500 vittime), l’esercito giunse a dispiegare fino a 30 mila effettivi, con 15 battaglioni nella sola Belfast. Quasi quattrocento, dei 300 mila militari che si avvicendarono nell’Ulster in fiamme, furono uccisi dai terroristi. L’episodio più grave si verificò nell’agosto 1979, quando un duplice attentato a Warrenpoint, nella contea di Down, provocò 18 vittime tra i militari. L’ultimo soldato a morire fu Stephen Restorick, colpito dieci anni fa da un cecchino ad un posto di blocco, nel sud della contea di Armagh.



Belfast di notte (foto di Marco Pavan)Collusioni. Le truppe britanniche non furono esenti da colpe. In quello che rappresenta l’evento più emblematico della guerra civile, il 30 gennaio 1972 il reggimento dei paracadutisti comandati dal colonnello Derek Wilford sparò sulla folla inerme che stava manifestando nei pressi della città di Londonderry (Derry per gli irlandesi di fede cattolica). Una domenica di sangue (’Bloody Sunday’) in cui rimasero uccisi 13 manifestanti, sei dei quali erano bambini. Le responsabilità dell’esercito nelle cosiddette ‘operazioni di sicurezza’ clandestine ai danni di militanti repubblicani furono evidenziate alla fine degli anni ‘90 da un rapporto delle Nazioni Unite, dal quale emerse che i militari britannici avevano collaborato negli omicidi mirati, nelle gambizzazioni e nelle torture commesse dalla polizia nord-irlandese e dalle formazioni paramilitari lealista Uda (Ulster defence association) e Uff (Ulster freedom fighters).


Vince la pace. A seguito delle elezioni (svoltesi l’8 marzo 2007) e della formazione (avvenuta un mese dopo) del nuovo governo di coalizione, composto dagli ex-rivali Ian Paisley (Democratic Unionist Party, protestante) e Martin Mc Guinness (Sinn Fein, ‘Solo noi’ in gaelico, cattolico), per l’Irlanda del Nord si è concluso un lento e travagliato processo di pace, iniziato nel 1998 con gli Accordi del Venerdì Santo. Oggi, con il ritiro delle truppe britanniche, se ne vanno anche gli ultimi protagonisti di un passato che, da una parte e dall’altra, in molti hanno già dimenticato.



Da: Peacereporter.net

Sopra le rovine.

Atti del convegno “Sopra le rovine“, nel trentennale della scomparsa di Julius Evola.

Contributi di: Maurizio Rossi: “Julius Evola tra Fascismo e Nazionalsocialismo”.

Prof. Nello Gatta: “A proposito di Julius Evola: Meditazioni sulle vette altrui”

Prof. Claudio Mutti: “L’Islam visto da Julius Evola”

Prof. Mario Polia: “La montagna come via dello spirito in Julius Evola”

Prof. Renato del Ponte: “Il Modello della Romanità come critica e superamento della crisi del Mondo moderno in Julius Evola”

Dott. Antonio Medrano: “Julius Evola e il sentiero della vita nobile”

Prof. Gaetano Alì: “Evola Educatore? L’incontro di Julius Evola con le generazioni del secondo dopoguerra”

Prezzo: €7

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lunedì 30 luglio 2007

VOGLIAMO VERITA' E GIUSTIZIA, INSIEME GRIDIAMO CIVARDINI INNOCENTE!

Il 2 Agosto va ricordato, va ricordato per le 85 vittime innocenti ma va anche ricordato per le altre tre vittime aggiunte: Luigi Ciavardini, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti che sono stati ingiustamente incolpati per un reato infame che non hanno commesso. Gli italiani han bisogno di verità, non di bugie. Non scordiamoci che gli accusatori chiave di questo processo, sono persone poco affidabili e molto discutibili quali uno stupratore e un "malato immaginario". Ci domandiamo se non debba giungere, nel nostro paese, a 27 anni dalla strage, il momento di mettere da parte i preconcetti ideologici e gli odi di parte; ci domandiamo perché non si debba avere oggi il coraggio di giudicare l'innocenza di una persona.



BOLOGNA - Una giornata dedicata al ricordo, a chi non c'é più annientato dall'innesco di una bomba e a chi é rimasto. Una giornata, quella del 2 agosto, all'insegna di musica, cortei e una messa celebrata nella cappella della stazione, per non dimenticare.




Si snoderà così il programma delle celebrazioni previste per il 27/o anniversario della strage di Bologna, presentato in Comune. Come tradizione le commemorazioni prenderanno il via alle 8.30 con l'arrivo al parco della Montagnola delle staffette podistiche 'Per non dimenticare' provenienti da tutt'Italia. Contemporaneamente i familiari delle vittime incontreranno il sindaco di Bologna Sergio Cofferati e le altre autorità cittadine a Palazzo D'Accursio.



Alle 9.15 il corteo partirà da piazza del Nettuno per arrivare al piazzale della stazione dove alle 10.25 in punto (ora dello scoppio della bomba che costò la vita a 85 persone ferendone oltre 200) ci sarà un minuto di silenzio per le vittime. Parleranno dal palco il sindaco di Bologna, il ministro del Lavoro, Cesare Damiano ed il presidente dell' Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi. Subito dopo partirà il treno straordinario per San Benedetto Val di Sambro dove verranno ricordate le vittime degli attentati ai treni Italicus e 904 Napoli-Milano.



In serata la parola passerà alla musica con il concerto finale del concorso internazionale di composizione '2 agosto' dedicato quest'anno a partiture per violoncello, basso elettrico e orchestra che saranno eseguite in piazza Maggiore dalla filarmonica Arturo Toscanini e dall'orchestra del Teatro comunale di Bologna dirette dal maestro Vito Clemente. Iniziative per il 2 agosto che quest'anno, per l'associazione dei familiari delle vittime, acquistano un significato in più visto che la Cassazione ha condannato il terzo esecutore della strage, Luigi Ciavardini.



"Da allora però si è scatenata una bagarre assolutamente inconcepibile per nascondere la verità - ha fatto notare Bolognesi - anche per lo spazio riservato dai media ai terroristi più che ai familiari e alle vittime". In vista della commemorazione, spesso accompagnata dai fischi della platea nei confronti del ministro-ospite, Bolognesi ha invitato la piazza a evitare contestazioni perché "sarebbe inopportuno". "Invito a contestare dal 3 agosto in poi - ha detto - Altrimenti si creerebbe un certo sconforto per un problema sindacale che, seppur importante, rischierebbe di macchiare la manifestazione".

(Ansa)



Ma quale significato in più? Un'innocente dietro le sbarre? Meditate...



Comunità Giovanile Militante Perugia

controventopg@libero.it

Novità libreria AR.

RARO - Lectures Francaises, n. 153, 1970, euro 9,00

Un numero della prestigiosa rivista francese di Henry Coston. Contine un panorama della stampa francese di destra e di snistra, e un commento agli articoli della stampa italiana seguiti all’attentato di Piazza Fontana.

RARO - Gioacchino Volpe, Storia d’Italia, due volumi. Dalla caduta di Roma al Risorgimento, pp. 302+366, con sovracoertina originale, Volpe, 1869/70, euro 60,00

Una delle fonti della storiografia di destra.

RARO - Giannettini, Rauti, Le mani rosse sulle forze armate, e altri scritti. Savelli/Lotta Continua, 1975, euro 45,00

L’estrema sinistra nella metà degli anni ‘70, ristampò il libro, di Giannettini e Rauti - del 1966 e subito ritirato dal commercio - per supportar la sua tesi sui rapporti di ambienti del neofascismo con le forze armate.

RARO/PRIMA EDIZIONE - El Campesino. Vita e morte nell’Urss, Garzanti, 1953, euro 24,00

Attarverso questo libro, che racconta la storia del capo comunista spagnolo deportato in Urss, la storia dell’intolleranza dei sovietici verso i comunisti che non si piegavano ai loro voleri.

RARO - Mességué M. - Uomini erbe salute, pp. 426, ril. con sovr., tracce d’uso, Mondadori, 1971. La storia di un uomo che ha fatto dell’utilizzo delle erbe la sua arma per la cura dei mali. 20,00

RARO - Bertin G. M. - La caratterologia, pp. 220, Bocca, 1951. Studio sulla formazione del carattere e sulle varie correnti di pensiero sull’argomento. 20,00

RARO - Giovanditto A. - Panzer all’attacco. LA GUERRA DEI CARRI DALLA RUSSIA A BERLINO, pp. 304, 19 ill., Ciarrapico, 1977. La guerra di Russia fu soprattutto uno scontro di armate corazzate. 13.

RARO - PRIMA EDIZIONE - Majdalany F. - La battaglia di Cassino, pp. 305, ril., 34 ill. 9 cartine, Garzanti, 1958. Le quattro battaglie che portarono alla ottusa distruzione anglo-americana dell’Abbazia di Cassino. Euro. 24,00

Fuori commercio

(con tracce d’uso)

Grytzko Mascioni, Saffo, pp. 276, rilegato, Rusconi, 1981, euro 9,00

Autori vari, Le crociate, pp. 312, rilegato, 1989, euro 8,00

Guerrieri, santi, diseredati, episodi rocamboleschi e risvolti inediti dell’avventura dei Crociati in terrasanta.



Chin P’ing mei. Romanzo erotico cinese del secolo XVI, due volumi, pp. 928, Feltrinelli, 1970, euro 14,00



Irving Stone, Brama di vivere. Il romanzo di Van Gogh, pp. 580, rilegato, Dall’Oglio, 1956, euro 14,00

La vita del pittore olandese.



Nils-Olof Jacobson, Vita dopo la morte?, rilegato, euro 5,00

Parapsicologia e sopravvivenza dopo la morte.



Gianni Pettinato, Ebla. Nuovi orizzonti della storia, pp. 460, rilegato, varie illustraziioni, Rusconi, 1986, euro 14,00

La storia dell’Iran, della Siria del Nord e della Mesopotamia, attraverso la riscoperta della città di Ebla ad opera della Missione Archeologica italiana.



W. Sandermann, Il primo ferro cadde dal cielo. Le grandi invenzioni degli antichi, pp. 336, rilegato, varie illustrazioni, Cappelli, 1978, euro 9,00

Le tante scoperte che crediamo moderne, e che invece facevano parte delle cultura di greci, romani, cinesi e popoli pre-colombiani.



Ritrovati



Matteo Di Figlia, Farinacci. Il radicalismo fascista al potere, Donzelli, euro 25,00



Riccardo Bacchelli, Un amore in guerra, Edizioni di Ar, euro 19,00

Riccardo Bacchelli nacque a Bologna nel 1891 e visse quasi un secolo, ‘arbiter elegantiae’ della narrativa italiana. Disertò gli studi accademici ma fece fino in fondo la prima guerra mondiale, come ufficiale volontario. Di lì trasse l’ispirazione per scrivere “le pagine migliori che si siano mai potute leggere sulla famosa ritirata, 1917, dell’esercito italiano da Caporetto al Piave” (Enrico de Boccard) […]



Gómez Dávila N. - In margine a un testo implicito, Adelphi, 10,33.

Un’opera che per la sua durezza, per l’intransigenza dei giudizi e la radicalità dei presupposti può ricordare l’inesauribile scepsi di Cioran o il pathos corrusco di Caraco, ma con l’aggiunta di qualcosa di unico: la pacatezza di un saggio insolente, le cui idee sono “un fuoco di luce secca”.



Zeev Sternhell, Contro l’illuminismo. Dal XVIII secolo alla guerra fredda, pp. 656, Baldini e Castoldi, euro 20,00



Autori Vari, Risguardo IV. Rassegna periodica di cultura. Numero speciale per il 20° anno -1984- delle Edizioni di Ar. Euro 20,00.

L’intenzione e il senso della cultura integrale, attraverso gli scritti di questa rassegna, raccolti nelle sezioni: “il sentimento del mondo”, “l’immagine del mondo”, “l’idea del mondo”. A cura di Franco Freda.



A. Baeumler, Estetica. Presentazione di M. Pinottini e F. Ingravalle. Traduzione di F. Coppellotti. Euro 16,00.

Partendo dal presupposto secondo cui “La riflessione estetica si è accesa davanti all’apparizione del bello e non di fronte a quella dell’arte”, Baeumler sviluppa in due sezioni (”L’idea del bello” e “Il concetto dell’arte”) l’intera vicenda dell’estetica occidentale, da Platone e Aristotele fino ai teorici rinascimentali dell’arte.



Giuseppe Franzo, Viva la muerte. Il Tercio dalle origini ai giorni nostri, Novantico, euro 30,00

Con molte illustrazioni.



Fulvio Reiter, Ordine Nuovo. Verità e menzogne. Risposte alla Commissione Stragi, Settimo Sigillo, euro 20,00

Luigi Romersa, I segreti della seconda guerra mondiale, Mursia, pp. 358, molte illustrazioni, euro 16,00.



Joachim Staron, Fosse ardeatine e Marzabotto, Il Mulino, pp. 546, rilegato, euro 28,00

Una rilettura delle guerra tedesca in Italia



Luca Leonello Rimbotti, La rivoluzione pagana. Relativismo etnico e gerarchia delle forme. Edizioni di Ar .Collana: ‘Paganitas’. Euro 20,00



Piercarlo Bontempelli, SD. L’intelligence delle SS e la cultura tedesca , euro 18,00

Una ricerca, compiuta su documenti inediti, che indaga la collaborazione alle SS di una élite di giovani intellettuali



Friedrich Nietzsche, Lo Stato dei Greci. L’agóne omerico. A cura di Franco G. Freda e Francesco Ingravalle. Edizioni di Ar. Collana ‘Alter ego’. Euro 11,00



J. Bochaca, La finanza e il potere. Euro 5,00.

L’apparato bancario nel sistema economico capitalista.



Bonvecchio C. – Il pensiero forte. La sfida simbolica alla modernità, Settimo Sigillo, 14,46

Il pensiero simbolico come alternativa alla globalizzazione, al predominio economico-tecnologico, al relativismo culturale. In pratica, un pensiero concreto contro la crisi e la decadenza dell’Occidente.

E. Ciccarella, La maschera infranta. Viaggio psicoestetico nell’universo letterario di Mishima, Liguori, euro 12,00



Irving D. - La guerra di Hitler, Settimo Sigillo. 60,00.

Il lavoro di ricerca fatto da David Irving nella preparazione di questo libro -di circa mille pagine- costituisce per numerosi studiosi una preziosa fonte di inconfutabili notizie: gli ostacoli che questo libro ha dovuto affrontare sono lì a confermare, se ce ne fosse bisogno, il suo immenso valore storico.



Martelli M. - L’India e il Fascismo. Chandra Bose e il problema del Nazionalismo indiano, Settimo Sigillo. Euro 38,00.

Uno degli aspetti più affascinanti e meno studiati della politica estera dell’Italia fascista, quello delle assidue relazioni intrattenute con alcune delle componenti più radicali del nazionalismo indiano in lotta per l’affrancamento dalla dominazione britannica.


Boggione V., Casalegno G. - Dizionario letterario del lessico amoroso. Metafore eufemismi trivialismi, pp. 736, elegante rilegatura, f.to 20×30, tit. in oro al dorso, Utet, 2000. Opera interessante e di pregio.



www.libreriaar.it

Usa-Israele.

GERUSALEMME - Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha confermato oggi, aprendo la seduta settimanale del consiglio dei ministri, che Israele ricevera’ dagli Stati Uniti aiuti per 30 miliardi di dollari nel prossimo decennio. ‘’Gli Stati Uniti - ha aggiunto Olmert - si impegnano a mantenere il divario di qualita’ fra Israele e i suoi vicini. Non c’e’ dubbio che per il nostro bilancio di difesa cio’ rappresenta un miglioramento cospicuo'’. Il premier ha detto anche ai ministri di aver raggiunto intese a ‘’quattr’occhi'’ con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush.



(Ansa)

...Presto anche qua!

Comunità Solidarista Popoli a Cave

29/07/'07












domenica 29 luglio 2007

Irak.

Quando l’Irak liberò la propria regione del Kuwait, il corrotto “sceicco” al Sabah fuggì con le sue settanta mogli a Londra dove i suoi padroni amministrano “per lui” l’oro di quella terra. In una corsa contro il tempo le truppe irakene scavarono nella sabbia le linee di difesa, ma quando gli eserciti anglo-americani attaccarono, queste furono travolte da una massa enorme di aerei e carri armati.. Dietro di loro centinaia di bulldozers spianarono tutto: centomila soldati, morti, vivi, feriti, furono sepolti nelle loro stesse trincee.



Mentre la Divisione della Guardia si faceva annientare per proteggere la ritirata delle fanterie superstiti, chilometri di veicoli affrontarono il deserto sulla via di Baghdad. I bombardieri anglo-americani li trasformarono senza pietà in una scia di fuoco. Alcuni superstiti raccontarono di un soldato che sotto l’attacco si alzò in piedi, chiamò la potenza di Dio e iniziò a sparare calmo agli aerei che gli si avventavano contro finché il napalm lo avvolse.



L’uomo è superiore alla macchina. I suoi colpi, lo sapeva, non potevano colpire gli assassini volanti ma sua volontà sì.


Fronte Irakeno, Giornale di Baghdad, 1990


Da: www.azionetradizionale.com


Islam nel mirino: poche prove, parole tante.. dei politici.

L’ennesimo esempio di extraordinary rendition. Questo è ciò che è avvenuto a Perugia, sabato scorso quando la polizia ha effettuato un blitz nella moschea di Ponte Felcino, e nell’abitazione della “guida spirituale” Mohamed El Absi, arrestando l’iman Mostapha el Korch e due collaboratori maghrebini - un altro sarebbe ricercato - ed indagando su altre 16 persone. L’accusa ipotizzata è di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale e quindi i reati sarebbero quelli previsti dagli articoli 270 bis e 270-quinquies del codice penale.

Dopo i fatti dell’11 settembre quindi nulla è cambiato: l’Italia, sotto la spinta degli Stati Uniti, prosegue un’affannosa ricerca ai fantomatici capri espiatori e a tutti i possibili “adepti” alla causa, continuando una guerra senza esclusione di colpi, una sorta di crociata in cui islam corrisponde a terrorismo e quindi a nemico.

Questi i fatti, secondo un’ottica più che realista.

Ma l’altra realtà, quella secondo cui i quattro sarebbero legati ad al Qaida e avrebbero impartito “lezioni di terrore” anche ai bambini, è stata quella che ha riscosso l’attenzione dei media e quella da cui si è sollevata l’ennesima e sterile diatriba politica.

Poco importa poi che, come reso noto ieri dalla procura della Repubblica, dall’indagine antiterrorismo a Perugia non sia emersa la sussistenza di potenziali azioni a danno di acquedotti, aeroporti o altre strutture, come dato per certo nei giorni scorsi. E quindi all’indomani dai fatti, gli attori della “res pubblica” italiana hanno alzato il sipario sul nuovo teatrino “anti terrorismo”. I primi a prendere la parola sono stati gli esponenti della Cdl, che in maniera unanime hanno invocato la repressione.

In particolare quelli della Lega tra cui Borghezio e Calderoli che, novelli crociati, hanno richiesto al governo di ritirare le legge sulla libertà religiosa e di chiudere le moschee e “buttare via la chiave”.

Vagamente più miti le parole dei deputati di An e dell’Udc che hanno fatto notare come la Bossi-Fini sia “ancora troppo morbida” e hanno richiesto un maggior rigore nei confronti degli immigrati islamici.

Pugno duro invece da parte di Forza Italia, i cui portabandiera hanno reclamato la sospensione della costruzione delle moschee o, al limite, l’approvazione della legge in cui si chiede “l’obbligo della certificazione antiterrorista per tutti gli imam e per tutti coloro che richiedono le autorizzazioni necessarie alla costruzione di una moschea”, presentata già un anno fa a Montecitorio, ma senza successo, da Osvaldo Napoli, membro del direttivo di Forza Italia alla Camera. Silenzio più o meno compatto invece da parte della sinistra, in cui, oltre al ministro dell’Interno Giuliano Amato che si è congratulato con le forze dell’ordine e a quello della Difesa Arturo Parisi che ha reiterato l’annuncio su quanto sia alto l’allarme terrorismo anche nel BelPaese, le uniche voci discordanti sono state quelle del radicale Daniele Capezzone, attualmente presidente della Commissione attività produttive alla Camera, che ha tirato le orecchie al governo, accusandolo per la “mancanza di una cultura e di una consapevolezza del rischio incombente”, riferendosi al presunto terrorismo e soprattutto ai fatti di Perugia.

Si scaglia invece contro il centrodestra l’europarlamentare del Pdci, Marco Rizzo, che ha definito “l’odio, l’intolleranza e il razzismo di certa destra” come “il brodo di cultura principale del terrorismo”.

E così mentre le indagini in quel di Perugia proseguono a 360 gradi, nella speranza di trovare un qualsiasi possibile collegamento per evitare di aver alzato un polverone a vuoto e per ingraziarsi il favore dell’Oltreoceano, gli esponenti politici si accusano a vicenda, tenendo ben fermo però, in maniera bipartisan, il nemico da sconfiggere: l’Islam.



Tratto dal quotidiano "Rinascita", articolo di Tatiana Genovese.

Nascite illustri del ventinove luglio.

Il 29 luglio è consacrato, nel calendario nordico ancestrale, al dio Thor, guardiano del Mitgard e protettore degli uomini. Tra i nati in questo giorno fasto troviamo il politico e diplomatico francese Charles Alexis Clérel de Tocqueville, osservatore de “La democrazia in America” e mecenate del conte Arthur de Gobineau (“Saggio sull'ineguaglianza tra le razze umane”), nato a Verneuil nel 1805. Nel 1883 a Dovia di Predappio nasceva Benito Mussolini, Duce degli italiani e padre della patria. Nel 1900 a Röhrmoos veniva alla luce Hermann Esser, cofondatore del NSDAP e direttore del Volkischer Beobachter. Nel 1913 a Henningsdorf i natali Erich Priebke, tuttora in vita che festeggia il suo novantaquattresimo compleanno. Come non pensare, nella concomitanza di date e di persecuzione tra lui e Mussolini, a intonare un verso di un famoso canto d'epoca: "camerati di una guerra, camerati di una sorte; chi ha diviso pane e morte non si scioglie sulla terra..."



Da: www.noreporter.org

venerdì 27 luglio 2007

Il Grande Fratello ci spia!







Forse non tutti sanno che Perugia è una delle città più "spiate" d'Italia, siamo al trentunesimo posto, con ogni telecamera a controllare 8250 cittadini. A dirla alla George Orwell: "big brother is watching you!"
E tutto questo, ovviamente, a spese nostre.

Soccorso Sociale.

Festa di bambini con il Soccorso Sociale contro il Venticinque Luglio, oramai giornata della pedofilia.



Il 25/07/2007 l’associazione Soccorso Sociale ha organizzato per il secondo anno consecutivo una giornata contro la pedofilia. A Roma l’iniziativa si e’ conclusa con una festa dedicata ai bambini presso il parco di via dei Romanisti. Durante la festa musica, giochi e caramelle hanno accompagnato grandi e piccini. Il messaggio che vogliamo trasmettere con questa giornata è che la pedofilia non si sconfigge con la paura ma con il gioco, l’educazione e la fiducia. L’individualismo di questa società è un arma nelle mani dei pedofili, disarmiamoli con momenti di aggregazione come questi.

giovedì 26 luglio 2007

Sotto Fascia Semplice.

Intervista interessante ai Sotto Fascia Semplice tratta dal blog dei Delenda Carthago.







  • Chi sono i Sotto Fascia Semplice?




Di norma io, ma collaboro sempre con qualcuno soprattutto per la batteria e i "loops". Peccato non ho potuto lavorare di più con "testone", con cui suono dai tempi degli intolleranza; il suo e' di gran lunga il suono che preferisco. Poi ho registrato anche con altri musicisti o amici, e ultimamente anche con dei DJ italiani e giapponesi.







  • Una breve descrizione del nuovo CD “Supera Filo Spinato”…




Beh prima di tutto l'album si chiamerà solo “filospinato”. Credo che il malinteso "supera-filo-spinato" venga da uno scambio di battute con la RTP. Ma in verità il concetto di “superare il filo spinato” è troppo semplice per le consuete contorsioni mentali di SFS :). Di fatto non mi interessa superare fili spinati, quello che mi interessa è sapere chi cavolo ce li ha messi. SFS Filospinato è proprio una storiella di questa ricerca, forse con finali a sorpresa…







  • Dopo l’uscita del quinto album, avrai sicuramente fatto un bilancio della tua vita militante espressa attraverso canzoni…Ce ne vuoi parlare?




Mi fa piacere che fare musica sia considerata militanza. Anche se certe volte mi sono trovato in mezzo a discussioni su questo argomento e certe volte ho avuto ragione e certe volte ho avuto torto. Bilanci veri non vorrei farne perchè il gruppo SFS esiste ancora e tutto sommato ho ancora qualcosa da dire e forse da verificare. Certamente e' passato tanto tempo e sono contento che alcuni messaggi che volevo trasmettere attraverso Sottofasciasemplice siano stati accolti con interesse da un bel numero di persone. Un fatto e' certo, sono veramente grato a Perimetro e alla RTP per il prezioso supporto che mi hanno sempre dato. Chiaro che vorrei sempre provare qualcosa di diverso, come ho fatto con ognuno degli album che sono usciti finora. Finora e' andata bene perchè ho visto che le uscite sono state accolte da successo crescente, mentre invece io ogni volta mi aspettavo un flop…







  • A fare la differenza è proprio il tuo genere musicale, quali sono le influenze stilistiche che ti hanno portato verso questo genere?




Di base mettiamo il fatto che non sono cresciuto in Italia, quindi non so nulla di musica italiana. Anche se a Londra da quando avevo quattordici anni suonavo comunque in gruppetti tipo punk, senz'altro la voglia di fare qualcosa di mio e di personale e' venuta conoscendo Tony Wakeford dei Death in June, ora Sol Invictus. Infatti trovo che SFS sia molto più legato a esperimenti come "Scogliere di Marmo" che alla band Intolleranza che somiglia più al suono di quando suonavo punk o rock per divertimento. Comunque a me piace molto l'elettronica tipo Trent Reznor o le soundtrack di John Carpenter, mentre la ricerca di suono di Tom Waits la trovo eccezionale. Insomma il concetto, quando costruisco SFS, e' una colonna sonora, quindi creare immagini e atmosfere.







  • Il tuo “figlio prediletto” nell’ambito della produzione SFS?




Per ora Idrovolante, ma poi certamente "filospinato".







  • SFS dal Vivo?




Molto difficile, dovrei creare un gruppo intero con tutti gli strumenti.

Almeno due chitarre, basso, sintetizzatore, batteria. Più io alla voce. Con il leggio perché non mi ricordo mai i testi…







  • …e i mitici Intolleranza?




Ricordiamoceli giovani e belli e scattanti…







  • Possiamo affermare con grande entusiasmo che la tua esperienza nell’ambito della musica Non-Conforme è oramai più che decennale; cosa è cambiato dagli inizi?




Il livello dei gruppi. Nel senso che sono piu' bravi, fanno un bel suono secco e potente e si divertono.




  • …e nell’ambiente politico?




Non so se è cambiato qualcosa. Io ormai mi occupo di politica in un ambito partitico e/o istituzionale, quindi non posso parlare dal punto di vista del "movimento".







  • Cosa ti aspetti ed auguri per l’incerto futuro dell’Italia?




Difficile dire. Per me l'indicatore di pericolo e' il bassissimo livello di sicurezza. La gente non può continuare sempre a vivere chiusa in casa con centomila lucchetti e porte blindate. Dobbiamo aspettarci una reazione, ma le reazioni di massa non sono mai un granché. Spesso sono stupide e insensate. Per quanto ci riguarda se vogliamo davvero essere eredi di movimenti politici-estetici-artistici geniali come quelli che ha visto l'Italia all'inizio del secolo scorso, non possiamo perderci in imbarazzanti "lotte" contro froci e travestiti, o lasciarci cadere in semplicistiche e ancor più imbarazzanti derive razziste o anti-islamiche. Bisogna volare alto. D'altra parte però capisco che e' (e sarà) difficile per molti giovani che invece vivono l'azione politica direttamente, tenere la calma in queste condizioni che peggiorano, perchè vengono stuzzicati parecchio, eppoi in quel modo vile, disgustoso, piagnone e menzognero che e' tipico dei catto-comunisti italiani di tutte le età. Eppoi a rendere le cose più difficili c'è il senso che comunque - e giustamente - questi giovani si sentono in dovere di difendere se stessi, le proprie famiglie, la propria nazione, laddove vedono che chi dovrebbe farlo - lo Stato - sfugge alle sue responsabilità.

Tuttavia cerchiamo di volare alto, il più possibile…







  • Saluti e ringraziamenti…




Vi saluto e vi ringrazio di questa opportunità per uno scambio di idee e vi faccio un caloroso augurio per i vostri prossimi progetti.


K.

Nasce radio "Bandiera Nera".

mercoledì 25 luglio 2007

Scarica, stampa, diffondi.

E' TEDESCA L'UNICA T-SHIRT CHE LA CINA NON COPIA.

BERLINO - 'F-u-c-k you China' è la scritta sulle magliette che lo stilista tedesco Phillipp Plein aveva fatto stampare per la sua ultima collezione. Doveva essere uno scherzo per i cinesi campioni di imitazioni. Invece, come scrive il quotidiano Sueddeutsche Zeitung (Sz) , da una settimana Plein riceve solo minacce di morte, e la risposta 'Fuck you Phillipp'. "Riceviamo non solo dalle 1000 alle 1500 mail di insulti - ha detto una portavoce della Phillipp Plein International Ag al giornale - ma anche minacce di morte".



L'idea era la vendita di una maglietta di cashemere a un prezzo concorrenziale che non fosse copiata dai cinesi, con l'etichetta "Manufactured in Europe, produced and designed by Phillipp Plein". Un modo per impedire la pirateria tessile cinese ma anche uno scherzo, come ha reso noto l'ufficio stampa. A Brema, nel nord della Germania, i primi ottanta esemplari erano già in vetrina. Dopo una settimana sono stati ritirati: erano troppe le minacce al negoziante, come gli insulti alla Germania pubblicati sui maggiori forum online.



Come scrive la Sz, molti fornitori hanno ricevuto dalla Cina telefonate di dissuasione dalla collaborazione con Plein che, secondo dati interni alla compagnia, perde per ogni esemplare copiato fino a seicento euro. "I cinesi ora vogliono sapere chi venderà le mie magliette", ha detto Plein alla Sz ' ''così useranno questa storia per fare spionaggio industriale. Sono loro a doversi vergognare per la loro pirateria".



(Ansa)

Notizie dalla Palestina.

All’alba di oggi, le forze di occupazione israeliane, appoggiate da diversi carri, bulldozer e aerei di controllo, hanno invaso la zona Hajar ad-Dik, a sud est di Gaza, scontrandosi con gli uomini della resistenza.

La resistenza palestinese ha lanciato una granata RPJ contro un gruppo di forze speciali israeliane infiltrate, che hanno subito risposto con una massiccia sparatoria.


I cittadini hanno riferito che le forze speciali si sono appostate sugli edifici più alti della zona “Abu Isa” e della scuola Kesariyah.


I militari hanno arrestato numerosi cittadini  durante la preghiera del Fajr (del mattino), impedendo anche il richiamo per la preghiera (l'adhan).


Testimoni oculari hanno riferito che i carri militari hanno iniziato ad avanzare verso est, nei territori agricoli, mentre i bulldozer hanno preso a distruggere i campi di proprietà delle famiglie Elmi, al-Burini e al-Ifrangi.


Gli abitanti della zona non possono uscire dalle loro case. Le strade sono vuote.


Da: www.infopal.it

domenica 22 luglio 2007

Scarica, stampa, diffondi.





Diffondi Controvento, Informazione Non Conforme.

BRUCE LEE E L'IMAM DEL TERRORE.

Leggo che un gongolante poliziotto ha fatto una conferenza stampa, annunciando di aver "smantellato" una "scuola del terrore" (mi auguro che le espressioni non siano sue, ma dei giornalisti) a Ponte Felcino a Perugia.



"Sostanze tossiche", "materie esplodenti" e persino (sì, avete indovinato), "cellula vicina ad Al Qaeda".



In pratica, a quanto riesco a capire dalla lettura dell'articolo sul sito di Repubblica, l'accusa è la seguente.



L'imam della moschea, avrebbe tenuto delle "vere e proprie lezioni" a due immigrati clandestini e a un quarto uomo, di cui non viene specificato lo status.



Dove?



"All'interno del luogo di culto, fuori dall'orario delle cerimonie religiose".



Siccome ogni indagine sul presunto "terrorismo islamico" in Italia, prima di sgonfiarsi miseramente, si è basata su "intercettazioni ambientali" all'interno di moschee, e siccome "scoprire una cellula di al Qaeda" è il modo più sicuro di far carriera all'interno delle forze dell'ordine, possiamo ragionevolmente dedurre che la moschea fosse il luogo più microspiato della città.



E se lo stesso imam non lo teneva in conto, doveva essere il musulmano più sprovveduto d'Italia.



Non è chiaro in che cosa consistessero le lezioni.



"si svolgeva un'approfondita opera di istruzione e addestramento all'uso delle armi e alle tecniche di combattimento proprie delle azioni terroristiche, oltre a lezioni di lotta corpo a corpo."



Ora, immagino che il gongolante poliziotto avrebbe esibito teatralmente anche un coltellino da scout, se lo avessero trovato nella moschea.



Presumo quindi che la frase di cui sopra la possiamo tranquillamente riscrivere così:



"gli imputati avrebbero parlato dell'uso di armi, ma in concreto avrebbero fatto lezioni di lotta corpo a corpo".



Come in qualunque palestra d'Italia.



"Il tutto veniva corredato dalla visione, e dal commento in comune, di messaggi, proclami, filmati e documenti scaricati da siti internet "protetti", mostrati tra l'altro anche ad alcuni bambini frequentatori della moschea."



E qui arriviamo al punto fondamentale. Gli imputati avrebbero guardato filmati, liberamente disponibili su Internet (cosa significhi il termine "protetti" lo lasciamo agli esperti). Compreso un filmato che spiegava come "guidare un Boeing 747", che deve aver molto divertito i due clandestini.



Perché "fondamentale"? Perché non basta fare lezioni di lotta corpo a corpo per essere colpevoli di terrorismo internazionale. Bisogna che ci sia qualche documento che comprovi un progetto di qualche tipo.



Qui sembra che tale progetto manchi del tutto, altrimento lo avrebbero menzionato: volevano assassinare nel letto il Papa, avvelenare Berlusconi, uccidere i bambini dell'asilo nido di Rignano Flaminio?



In mancanza di tutto ciò, ci sono almeno cose scaricate in rete, che potranno essere presentate in un processo come prove dell'intenzione di "fare terrorismo".



Si sa invece che uno "straniero che frequentava la moschea" avrebbe avuto dei "collegamenti" con due marocchini in Belgio, i quali a loro volta sono sospettati di aver "fornito supporto" agli attentatori di Madrid (io, invece, le Mostruose Maestre di Rignano Flaminio le ho conosciute di persona).



I miei commenti si basano esclusivamente su quanto dice a caldo Repubblica. Però l'esperienza ci insegna che i gongolanti sgominatori di "cellule terroristiche" tendono a sparare tutte le loro cartucce al momento della conferenza stampa.



E che nove volte su dieci, i casi si ridimensionano dopo.



Per cui possiamo ragionevolmente supporre che il giornalista di Repubblica abbia peccato per eccesso e non per difetto, nella descrizione dei pericolosi barbuti d'Umbria.



Fonte: http://kelebek.splinder.com

Gli americani mangiano merda!

Gli americani - per quanto valgono le generalizzazioni - ci mettono un po' a capire. Ma quando capiscono...Da trent'anni si ingozzano di hamburger informi da Burger King, McDonald, Dominos, Wendy's, Dunkin' Donuts, Mickey's, ma c'è voluta la sfrontatezza investigativa di Eric Schlosser, esposta nel suo libro bestseller "Fast Food Nation", per far loro intuire che tra quegli strati di grasso con cui ingozzano i bambini c'è, tra l'altro, anche della merda. Cacca di vacca, ad essere più signorili, quella che finisce nei fantastici tondini durante la macellazione della povera bestia. I nastri dei macelli scorrono troppo veloci, e i latinos immigrati clandestinamente e che clandestinamente lì lavorano, non fanno in tempo a tirare fuori gli intestini decentemente, prima dell'inizio della lavorazione della carne. Spesso, le interiora restano metà fuori e metà dentro, con spargimento fecale per ogni dove. Il film di Richard Linklater ( Prima del tramonto , Prima dell'alba , Skanner Darkly ) arriva sui nostri schermi dopo Super Size Me di Morgan Spurlok (concentrato sulla produzione McDonald) e quindi l'impatto di denuncia ne risulta alquanto affievolito. Inoltre Linklater, tutt'altro che affine per percorso autoriale al mockumentary stile Moore, del testo-inchiesta di Schlosser ha fatto una sorta di drama, messinscena zeppa di attori impegnati (Patricia Arquette, Ethan Hawke, Kris Kristofferson, Avril Lavigne, Catalina Sandino Moreno, un fantastico Bruce Willis), e concentrati al massimo nel ricostruire il contesto socio-politico in cui la truffa hamburger prende forma. Lo scannatoio delle vacche infatti è situato nella fantasiosa cittadina di Cody, punto di incontro tra vaccari, chicanos fuggiti alla miseria e in cerca del dollaro facile, e finanzieri senza scrupoli. Il risultato è, appunto, l'hamburger alle feci, di cui in nome dell'ignaro popolo statunitense viene a conoscenza il marketing executive Don (Greg Kinnear), con suo sommo sbigottimento. Ma davvero il mio padrone, miliardario re della Mickey's, quello che mi dà tutte le mattine una pacca sulla spalla e mi porta in vacanza con moglie e figli alle Bahamas, dà scientemente da mangiare ai suoi ignari clienti della merda?, si domanda il buon Don. La risposta è evidente. E c'è da rallegrarsi che il film e il libro abbiano rallentato gli introiti delle grandi catene di fast food. Ma detto questo, Linklater è colpevole di confusione mentale e autoriale, padre di un film in cui la forza del tema è continuamente annacquata da siparietti umani di piccola provincia. Il lavoro sugli attori e sui personaggi, del resto, è sempre stata la sua carta vincente, al contrario dei suoi tentativi di cinema impegnato, che già in precedenza lo hanno visto scivolare verso il caos espositivo. Fast Food Nation mette un po' di mal di stomaco. Ma più per la noia che per i suoi "big one".



Roberta Ronconi (Liberazione)

Notizie dal fronte Karen.

Riconquistato Maw Khee. Violenze contro la popolazione.



Il 201° battaglione Karen libera il villaggio di Maw Khee. Lunga serie di violenze contro i civili nei distretti di Dooplaya e Papun, mentre è in corso la sessione finale della assemblea per la nuova costituzione birmana. Inizia il dialogo tra Rangoon e Washington.



Una compagnia del 201° battaglione del KNLA (Esercito di Liberazione Nazionale Karen) guidata dal colonnello Nerdah Mya ha attaccato e liberato dalla presenza dei militari birmani il villaggio di Maw Khee, nel comprensorio in cui opera la clinica "Carlo Terracciano" della Comunità Solidarista Popoli. A Maw Khee, a marzo, durante l'ultima missione di "Popoli", si era svolta una giornata di visite mediche alla popolazione, ed erano state distribuite alle famiglie zanzariere impregnate di repellente, allo scopo di contenere la diffusione della malaria. Maw Khee era stato occupato dalle truppe di Rangoon poco dopo il termine della missione, e da allora gli uomini di Nerdah avevano più volte tentato la riconquista del villaggio, interamente abitato da Karen. Nel corso del violento scontro due civili hanno perso la vita, mentre non ci sono notizie riguardanti le perdite tra i militari. Intanto, a Naypyidaw, la nuova capitale del Myanmar, si è riunita l'assemblea finale dei delegati impegnati a scrivere la nuova costituzione dello stato: ci sono voluti 14 anni, per arrivare alle pagine conclusive. Ovviamente nessun rappresentante delle minoranze etniche è stato autorizzato a partecipare alle discussioni: in compenso, alcuni ministri birmani si sono incontrati a Pechino con un rappresentante del governo statunitense, per discutere del necessario cambiamento verso la democrazia del regime di Rangoon. Il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Tom Casey, ha definito il meeting ..una discussione molto franca circa le nostre preoccupazioni sul comportamento del regime birmano. Il governo di Rangoon si è dichiarato disponibile a collaborare per il bene dei due Paesi.



VIOLENZE

Mentre il gioco diplomatico avanza, nella giungla si continua ad uccidere: il rapporto diffuso dall'organizzazione umanitaria "Free Burma Rangers" in questi giorni è agghiacciante. Nei distretti di Dooplaya (dove Popoli ha due cliniche e due scuole elementari) e di Papun (più a nord), l'esercito birmano ha compiuto numerosi omicidi di civili (tra i più odiosi l'eliminazione di una intera famiglia, 5 persone tra cui un bimbo di 4 anni e una giovane di 13 nel villaggio di Htee Kbler) e stupri di donne Karen. Nel villaggio di Takehder due ragazze, 18 e 22 anni, sono state catturate dai soldati mentre raccoglievano verdure nella foresta. Violentate dalla truppa, sono state ritrovate cadaveri dai famigliari: erano state loro tagliate le orecchie ed i seni.

sabato 21 luglio 2007

Fondo per stupri.

Il sindaco stanzia 5.000 euro a testa per i violentatori: «Hanno diritto a un giusto processo». Ma la cittadina insorge



Un certo Giuseppe, il 31 marzo scorso, fa le cose in grande: oltre cento invitati, molti imbucati. Una ragazza di 16 anni viene portata in una pineta alle porte di Montalto di Castro, a 500 metri dal locale: in otto la circondano minacciosamente. Uno inizia a spogliarla. Poi si fanno avanti gli altri. Uno stupro di gruppo andato avanti tre ore. Oggi il Comune ha deciso: quei ragazzi vanno difesi con i soldi dell'amministrazione. È lo stesso sindaco a rivendicare la scelta: cinquemila euro a testa «per garantire un giusto processo». Una decisione che, nel centro a 110 chilometri a nord di Roma, sull'Aurelia, ha scatenato durissime polemiche. «È una vergogna, uno scandalo. Quei soldi pubblici — ha dichiarato Miranda Perinelli, della segreteria provinciale della Cgil di Viterbo — sono usati contro una sedicenne che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza sessuale subita. È incredibile ma è così». Ma il sindaco di Montalto Salvatore Carai, diessino eletto in una coalizione dell'Ulivo, non ci sta. Respinge le critiche, professa la sua fede «al principio di presunzione d'innocenza » e si dice con convinzione «garantista »: «Così abbiamo deciso di aiutare questi ragazzi che non sono in grado di provvedere da soli, né con l'aiuto delle famiglie, alla loro difesa. Sono operai, apprendisti, gente con poche possibilità economiche ». Ma non bastava l'avvocato d'ufficio, pagato dallo Stato? MA LA POPOLAZIONE SI E' RIBELLATA PROPRIO IERI A QUESTO FINANZIAMENTO.



Da: www.noreporter.org

Rivendell 2007.

Avanti Rinascita!

La polizia del pensiero.



Ormai gli atti di repressione del pensiero, in questa nostra misera Europa diventata un contenitore sotto vuoto di sudditi del dominio atlantico, non si contano più.

Chi legge questo quotidiano - un pugno di uomini liberi che lo fa a suo rischio e pericolo... - conosce questa situazione da tempo, da tanto tempo.

E da tanto tempo, con una convenzione ad exludendum finora impiegata contro chi diffonde come noi eresie a-democratiche, la norma applicata dal sistema, dal regime, è stata uno stretto cordone del silenzio. E cioè il blocco di ogni pubblicità diretta o indiretta sugli scritti, gli articoli, le interviste, i testi, i libri, le manifestazioni, i convegni “non conformi”, non omologati.

In un crescendo di arroganza da kapò del potere democratico, una censura invisibile è calata su idee, ricerche, su commenti di attualità e su analisi storiche non conformi alla vulgata occidentale. Un silenzio di piombo su ogni tesi, o su ogni atto che metteva in discussione le bugie - o le omissioni - elargite a piene mani dai custodi delle verità dogmatiche della storia e del politicamente corretto.

Rei di lesa maestà del pensiero unico siamo stati, in tanti e per decenni, esclusi dalle tribune istituzionali, dai luoghi di dibattito, persino dalle rassegne stampa e da ogni diritto di replica su fatti e accuse che riguardavano... noi stessi. Anzi, i sub-funzionari del potere, i diligenti passa-veline dell’informazione, in un ridicolo delirio - succubi cioè della sindrome del gregge - hanno sempre calcato la mano oltre i limiti, per essere più realisti del re.

Ma qualcosa sta cambiando. Se un Ahmadinejad o un Chavez mettono in discussione i cardini segreti dell’alleanza atlantica, anche i più zeloti tra gli zeloti non possono far finta di nulla ed applicare anche a loro la consegna del silenzio. Se poi - fosse pure sull’onda dell’attuale folle e generale rincorsa ad uno spazio nel video o sulla carta stampata - professori universitari di idee marxiste come Moffa o Caracciolo aprono confronti con chi - geloso delle proprie idee - ha messo a repentaglio non soltanto la propria carriera, ma la propria vita, per amore di verità e di ricerca storica (pensiamo a Irving, a Faurisson, a Zuendel, a tanti altri, alla libreria spagnola e all’associazione Cedade oggetto di sequestro dei propri libri, evidentemente da mandare al rogo), gli zeloti si irritano e - dimenticando la consegna del silenzio fin qui osservata - firmano manifesti, contestano, si aprono varchi per rispettare di più la verità. Se - infine - a professori come Pallavidini, di Torino, (“condannato” dalla sua preside per leso-pensiero-unico) prima si impone una... perizia psichiatrica modello stalin perché di idee eretiche e perciò “non atto all’insegnamento” ma che poi si assolve con tante scuse perché il “fatto non sussiste”... beh, allora è un fatto: sta spirando vento nuovo.

Va a finire che anche a noi, antisionisti perché crediamo - come tanti governi, come tanti popoli, come tanti movimenti - che non si può spogliare un popolo, il palestinese, della sua terra, imporranno una perizia psichiatrica. Ma poi dovranno ritrattare.



Da: www.rinascita.info

NAPOLI, 18 LUGLIO 2007 - CARCERE DI POGGIOREALE.

Luigi ha appena terminato la sua corsetta mattutina, si tiene in forma!

saluta ed abbraccia ognuno di Noi e Vi lascia il seguente messaggio che trascrivo: “per il 2 agosto ognuno scriva un pensiero per non dimenticre le vittime, per la Giustizia e per la Verità al fine di dimostrare che, quando ce ne ricordavamo negli anni passati, non eravamo degli “opportunusti” che volevano difendere chi rischiava, ma ancora oggi per noi rimane un dramma generazionale. Speriamo che, nel giorno del ricordo pubblico, si usino pariole che, aldilà delle differenti posizioni permettino una pacificazione degli animi che faccia affrontare le diversità in maniera non astiosa e quindi solo generatrice di lacerazione”.

giovedì 19 luglio 2007

La strage di Bologna non è Fascista!

 



 


La strage di Bologna non è Fascista,

Luigi Ciavardini è innocente.

GRIDIAMOLO FORTE!

Come il vento!


 






S.P.Q.R. a Casa Montag per Massimo Morsello.

19 Luglio 1943.



Accadde 64 anni fa.

I "liberatori" bombardarono per la prima volta

Roma.

Causarono più di 600 morti, per la maggior parte civili.

mercoledì 18 luglio 2007

Bene e Male.

Da sempre gli statunitensi necessitano dell’odio per combattere una guerra. Lo scontro Bene/Male in un conflitto costituisce una costante nella storia della bandiera che più ha insanguinato il mondo. Tale meccanismo, estraneo alle guerre che per millenni hanno attraversato l’ Europa, è la dimostrazione più evidente della debolezza psicologica di una società che ha bandito la morte nel nome di un vivere completamente virtuale. A tal riguardo, ci basti far riferimento alla fretta con cui gli statunitensi si sbarazzano dei loro caduti nella guerra in Irak. Agli albori degli USA, gli amerindi erano “i selvaggi” e i pistoleri ubriachi “i civili”. Nel 1945 il confronto era tra “liberatori” e “dittatori criminali”, oggi si vorrebbe andare verso un conflitto tra “alfieri della pace” e “portatori di tetra visione”. Nulla è cambiato. La popolazione più nevrotica del mondo ha bisogno di togliere ai suoi avversari la dignità di combattente per essere in grado di prendere la armi. È chiaro che non avendo dignità alcuna, il nemico è esposto a tutti i mezzi militari e propagandistici più infami e menzogneri che mai, in una guerra tradizionale, si erano visti.


Avamposto di Civiltà

Il silenzio sui primi assassinati al napalm e l'infamia delle medaglie ai Bentivegna.



Il 17 luglio 1944 gli americani utilizzarono per la prima volta nella storia il napalm in un bombardamento aereo in Normandia. Le cavie erano italiane: artiglieri rimasti a tenere la posizione al largo di St.Malo, ai confini con la Bretagna. Il loro sacrificio è stato dimenticato dai cerimonieri voltagabbana. Molto meglio, per loro, concedere medaglie al valore agli stragisti come Bentivegna.



www.noreporter.org

martedì 17 luglio 2007

Ezra Pound: Testimone e poeta.

Non a caso Ezra Pound. E non a caso presso l’Ass. Cult. RAIDO. Perché, chi ha introdotto l’incontro l’ha sottolineato, la poesia e la testimonianza si abbeverano alla stessa fonte; sono, dunque, espressione alta di ciò che permane e fa sì che dell’uomo possa dirsi virtù e vanto e non soltanto mucchio di stracci e poca cosa. Infatti la poesia é il luogo, poco conta se illusorio, dove l’uomo coltiva la memoria, si preserva nel tempo, si confronta con l’eternità, la testimonianza é l’esser presenti qui ed ora in nome di qualcosa e contro qualcosa ed, in nome e contro, mettersi in gioco. Pound volle e seppe far coabitare, in quello straordinario viaggio che sono i CANTOS, l’universale della storia ed il particolare del vissuto.





Già in ciò la lezione, il monito, l’insegnamento che l’Ass. Cult. RAIDO intende far propri e trasmettere ai più giovani, quelli che s’accostano magari con tanto entusiasmo ma ancora privi di quelle coordinate, di quei paletti che producono, al contempo, l’identità e le differenze. Ancor di più se ci volgiamo al Pound ed ai PISAN CANTOS, della gabbia e dei quasi dodici anni trascorsi nel St. Elisabeths Hospital, vero e proprio manicomio criminale; del Pound che, appena toccato il suolo dell’Italia, suo paese di adozione, volle irrigidirsi nel saluto romano. Anacronismo d’un poeta definito folle? No, in nome della fedeltà la poesia vince il tempo ed il poeta annienta barriere e plotoni d’esecuzione…

14 Giugno, ore 17:00, nella sala dell’associazione Raido, un pubblico giovane, attento, interessato, partecipe al dibattito, si é raccolto intorno alle parole di Pound e su Pound. In primo luogo I’indiscussa influenza del Poeta sulla cultura del nostro secolo: citando a caso Pierpaolo Pasolini, Ernesto Cardenal e Franco Battiato.

Ed infatti si sono lette alcune poesie a conforto di questa attualità, a dimostrazione di come il verso, se autentico, si traduce nelle immagini della quotidianità, non abbisognando della lode diretta e dell’applauso conclamato per radicarsi nelle coscienze. La poesia di Pound esprime l’insieme delle esperienze e delle scelte e della sua visione del mondo, tanto che il suo essere si intreccia alla sua arte in un modo inestricabile elevando il verso a bandiera di uno stile che é, in primo luogo, fedeltà a se stessi, spirito che civilizza la materia. E il nemico é l’usurocrazia, intesa come spirito mercantile, “pensiero calcolante”, vita ridotta ad oggetto e a noi estraneo, possesso e finzione e vanità. Per combatterla occorre la capacità di rischiare e di mettersi in gioco, la curiosità del viandante che apre sempre nuove strade e non ne teme la percorrenza, cioè colui che si pone di fronte alle domande e va esplorando la risposta, qualunque essa sia.



La figura del viandante, che rimanda inesorabilmente a Nietzsche, può ben tradursi nel filo conduttore dei “Cantos”: ma tradizione che, nel tempo e nello spazio, si impone ed impone all’uomo “virtute e conoscenza”. Infatti Pound ha mostrato come l’Ulisse reale, fatto di carne ed ossa e sangue, carico dunque dell’esperienza sofferta di vita, sia al tempo stesso capace di edificare con la mente una storia universale, senza quegli obblighi che imponevano all’Ulisse dantesco il rischio e la caduta al di là delle mitiche colonne d’Ercole. Da una parte il dannato, spinto dalla superbia, in rigetto del certo e nella brama dell’impossibile, qui l’uomo alla ricerca di un argine saldo, un americano che troverà le proprie radici nell’Italia Fascista, in Europa, fra quelle “statue rotte/per poche migliaia di libri e brandelli”, speranza e ricordo unici passato e futuro contro il presente dominato dalle leggi dell’avarizia e dell’usura.



L’attualità di Pound é il grido dell’uomo libero, ovunque egli sia, pur se prigioniero, non importa se dietro il filo spinato o davanti alla televisione, di colui che osserva le nuvole bianche sul cielo di Pisa e sa che ha da nascere qualcosa di buono finché vi sarà un essere “contro”, la Poesia, là una piccola o grande vittoria, comunque la promessa d’una riscossa.



Sabina e Mario.



“La Verità crea il proprio Stile.” E. Pound.




RAIDO

CONTRIBUTI PER IL FRONTE DELLA TRADIZIONE

Anno II Numero 1 - ROMA - Equinozio d’Autunno 1996


Tratta dal sito: www.azionetradizionale.com


Furbi.




L'accusa è di falso e truffa. Facevano timbrare il badge da altri.



Perugia: ospedale, 10 arresti per assenteismo.

Infermieri, docenti, medici e personale amministrativo del nosocomio di Santa Maria della Misericordia sono finiti in manette.



PERUGIA
- Dieci arresti - due in carcere e otto ai domiciliari - sono state eseguite dai carabinieri del Nas nell'ambito di un'indagine per assenteismo nei confronti di personale dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Hanno riguardato medici, docenti, infermieri e personale tecnico amministrativo.






L'accusa è di falso in atto pubblico e truffa aggravata. Secondo quanto si legge in una nota della procura di Perugia gli arrestati si sarebbero allontanati dal luogo di lavoro mediante l'illecito utilizzo del badge marcatempo che sarebbe stato timbrato da terzi.







17 luglio 2007





www.corriere.it






lunedì 16 luglio 2007

Rinascita – Quotidiano di Liberazione Nazionale.

Rinascita è un quotidiano unico, in Italia, nel suo genere, perché antagonista del regime nel suo insieme, perché aperto ad ogni contributo fuori dagli schemi imposti ai mezzi di comunicazione di massa dai manipolatori del pensiero umano, e perché, soprattutto, sta diventando lentamente ma ineluttabilmente il luogo geometrico d’incontro di chi, ancora e nonostante tutto, ritiene di non avere condotto il suo cervello all’ammasso del Verbo liberaldemocratico, della globalizzazione economica della miseria, del pensiero unico che ogni cosa e ogni persona livella e rende schiava di una società senza memoria e priva di avvenire. Non è merito nostro. Indubbiamente abbiamo colto il momento propizio, il momento giusto, per dare inizio alla nostra felice avventura. Ma se fosse mancata – e non è mancata - l’immediata comprensione e trasmissione orizzontale del senso politico, culturale, di questo impegno, se fosse mancata la collaborazione tra la nostra pattuglia e chi con questa ha immediatamente dialogato, costruito, inventato un cammino comune, ebbene questa iniziativa avrebbe perso mordente, fiducia, si sarebbe ripiegata su se stessa, isterilita, si sarebbe purtroppo spenta.



Così non è stato e di questo dobbiamo ringraziare in particolare i nostri lettori. Quei lettori che hanno offerto con lo slancio le loro impressioni, il loro incitamento, i loro contributi alla costruzione della nostra rete di informazione alternativa, naturalmente contro il regime, quei lettori che sono diventati volontari punti di riferimento "interni" al quotidiano, con le loro rubriche, con le loro osservazioni, con le loro lettere, con i loro documenti… Quei lettori che, al mattino, sono andati ad acquistare questo giornale "scomodo", infilato in spazi invisibili nei punti vendita; quei lettori che si sono visti propinare – per sfregio o per ignoranza - altri periodici di fazione e li hanno rifiutati, pretendendo l’unico giornale che si denomina Rinascita; quei lettori che si sono improvvisati agit-prop, ispettori, diffusori del nostro quotidiano; quei lettori che hanno telefonato, faxato, inviato per posta elettronica, i loro commenti, le loro sollecitazioni, le loro richieste di abbonamento, le loro collaborazioni.



Rinascita non è più dunque esclusivamente una serie di fogli di carta stampata. E’ diventato, sta diventando, una potente cinghia di trasmissione del pensiero antagonista alla liberaldemocrazia. Ovunque e nonostante i mille ostacoli frapposti - per disorganizzazione, per malafede - al suo sviluppo. Dobbiamo, adesso, subito, sfruttare l’occasione così conquistata. Dare inizio ad una seconda fase. Migliorare la distribuzione nazionale, costruire lo scheletro di una diffusione certa sulla direttrice nord-sud della nostra penisola, raccogliere gli abbonamenti nelle città e nei territori al momento più periferici. Organizzare le redazioni principali, le "antenne" di corrispondenza locali, una linea tecnologicamente avanzata di colloquio quotidiano tra tutte le realtà di Rinascita presenti e nascenti in Italia. Non è cosa da poco. E’ un obiettivo ambizioso. E’ la nostra nuova sfida. Chiediamo il sostegno di tutti: cioè, di ognuno di noi. Ad majora.

Big brother is watching you.

Privacy: il grande fratello sempre più invadente.

Di Fabrizio Di Ernesto.



Tempo d’estate e di conseguenza tempo di relazioni annuali. Ieri è stato il turno di Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante per la privacy che, facendo il punto della situazione, ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme parlando di emergenza per quanto riguarda la protezione dei dati personali, paragonando la situazione a quella ambientale, delle infrastrutture o dell’energetica, paragoni che forse sono un po’ troppo esagerati.

Tra i motivi che hanno spinto l’ex consigliere costituzionale dei presidenti del Consiglio Giovanni Goria prima e Romano Prodi poi a parlare di emergenza il fenomeno, esploso in tutta la sua gravità, della penetrabilità delle grandi banche dati “da parte di chi agisce illegalmente, senza incontrare barriere adeguate”, aspetto questo aggravato dal fatto che nel contempo sono letteralmente cresciute a dismisura le “forme indebite di ricorso all’uso di videocamere, videofonini e, in generale, a tecniche ingannevoli per acquisire e trattare dati anche delicatissimi”.

L’ex direttore della Scuola Superiore della Pubblica amministrazione ha poi sottolineato come l’acquisizione illegittima di determinati dati “rende meno giusta la giustizia, meno libera la democrazia, meno competitiva l’attività economica e finanziaria, meno credibile tutta la società”, ribadendo che il compito dell’organismo da lui presieduto resta quello di tutelare i cittadini ed i loro diritti.

Stoccata poi contro i giornalisti che diffondono dati privati perché pur riconoscendo che“la libertà di informazione è sacrosanta e irrinunciabile in una democrazia” questa non può certo essere invocata per giustificare l’illecita condotta di coloro che entrano in possesso di determinate informazioni “illegalmente e con artifici inaccettabili”, chiaro riferimento agli ultimi, e numerosi, scandali all’italiana, su tutti quello relativo alla presunta realizzazione dei dossier illegali da parte di settori deviati del Sismi ed il caso Vallettopoli.

L’ex consigliere giuridico del ministro della Funzione pubblica, ai tempi di Franco Bassanini, ha poi allargato la visuale uscendo dai confini nazionali e lanciando un monito a livello continentale, affinché si eviti lo svilupparsi di una “sindrome bulimica per la raccolta e l’archiviazione dei dati personali, che trasformi anche l’Unione europea in un universo di controllati e di spiati”.

Il numero uno dell’Autority, forse per tranquillizzare gli animi, ha quindi anticipato che sarà compito della sua struttura quello di vigilare attentamente affinché si possa avviare quanto prima un’attività collaborativa e di vigilanza nei confronti dei Servizi, anche se poi ci sarebbe la paradossale situazione di un Paese in cui l’intelligence deve rendere conto non al presidente del Consiglio ma ad un semplice organo di garanzia.

Altri interventi sono previsti, almeno nelle intenzioni di Pizzetti, sugli istituti finanziari e di credito e sui soggetti esercenti servizi di massa, ovvero verso quelle società che si occupano di energia elettrica, acqua e gas.

Esaurito il capitolo relativo alle buone intenzioni per il futuro, l’ex vice sindaco di Torino ha poi reso noti i risultati sugli accertamenti sul Ced - la banca dati che fornisce il supporto informatico per l’attività operativa e investigativa delle Forze di Polizia ndr – che, dopo un certosino lavoro durato mesi, ha condotto a tre risultati: in primis la riduzione del numero dei soggetti abilitati alla consultazione ed all’inserimento dei dati trattati, l’introduzione di procedure di autenticazione per l’accesso, ed infine l’introduzione di speciali ed elaborati sistemi di sicurezza capaci di segnalare a chi di competenze eventuali anomalie.

Per quanto riguarda invece l’attività di controllo nel settore delle Telecomunicazioni, cartello dei lavori in corso ancora ben in vista, almeno fino al prossimo autunno, quando dovrebbe esserci “l’adozione definitiva del provvedimento generale sulle regole e i tempi per la conservazione dei dati di traffico”.

Tutto in alto mare poi per quanto attiene alla delicata e spinosa questione relativa alla conservazione dei campioni biologici e dei codici identificativi del Dna

“Se il Codice della privacy - ha precisato Pizzetti - prevede una specifica autorizzazione per la raccolta dati a fini scientifici e di ricerca, nel settore della giustizia manca invece una normativa che disciplini la materia”.

Il Garante ha poi concluso la sua relazione annuale tornando a chiedere al ministero della Giustizia ed a quello dell’Interno l’emanazione di appositi decreti che indichino le banche dati attualmente esistenti che operano per fini di giustizia e sicurezza.

Che la situazione relativa alla tutela dei dati sensibili in Italia non sia delle migliori è fuor di dubbio, anche se forse Pizzetti ha disegnato un quadro a tinte fin troppo fosche.

Il prossimo appuntamento è ora fissato tra un anno esatto con la speranza che la situazione migliori sensibilmente.



Da: www.rinascita.info