venerdì 31 ottobre 2008

"IL CROLLO DEL MURO, LA FINE DEL CAPITALISMO": EUGENIO BENETAZZO PARLA A PERUGIA…








L'ottimo incontro organizzato dalla federazione perugina di Forza Nuova con Eugenio Benetazzo, presente virtualmente, in videoconferenza dal suo ufficio vicentino, va in archivio. Non altrettanto è possibile dire dei problemi e delle drammatiche ipotesi prefigurate nelle sue argute ed attente analisi della situazione economica, ed in prevalenza bancaria, mondiale. Da anni impegnato in prima linea nella lotta a fianco del piccolo risparmio e contro le grandi lobby bancarie, il giovane economista italiano, ha all’attivo due libri (Best Before e Duri e Puri) che delineano in maniera incontestabile la situazione economica del Pianeta ed i suoi fitti intrecci finanziari. È subito la messa in chiaro della suddivisione redditizia negli Stati Uniti a sfatare un luogo comune ormai noto, a proposito dei cosiddetti prime e dei sub prime, che i media europei non hanno certo esitato a prendere per buono nella loro menzognera divulgazione. La recentissima crisi bancaria che per molti addetti ai lavori non riguarderà e non coinvolgerà l’Europa, è invece una diretta conseguenza del profitto indiscriminato e della logica del valore fittizio, come nel caso del famigerato introito da signoraggio e in quello dell’erogazione di mutui a tasso variabile, ed in una logica più generale del prestito usurario. Le clausole e le imposizioni poste dalle Banche, restano spesso nascoste e misteriose, come nel caso delle polizze. Mentre nessun rischio e, soprattutto, alcuna copertura, riguardano le banche, che stringono falsi patti col risparmiatore: falsi patti cui non corrispondono pari obbligazioni e pari vincoli. I numerosi investimenti della Banca compiuti col capitale gestito, riguardano indici azionari spesso volatili, che possono magari persino garantire il rientro gonfiato dell’interesse (che è del 4%) sul denaro del cittadino, ma che molto spesso (come nel recente fallimento della Lemhan Brothers) in realtà espongono il risparmio dei cittadini a dei rischi enormi e altissimi, sino alla perdita e al mancato rientro dell’intero ammontare del capitale iniziale. Le Banche territoriali – spiega Benetazzo – sembrano essere le sole che possano in qualche modo raffigurare una vera espressione di fiducia per il cittadino, affinchè i suoi risparmi non vengano coinvolti in giochi di potere dalla portata mondiale ed esposti ai numerosissimi rischi di fallimento o semplice default, come nel caso dei bond argentini. Le grandi banche sono in realtà le autentiche colpevoli di questa situazione planetaria che vede il progressivo incedere di una crisi senza precedenti, che è persino fallace accostare a quella del 1929. Da qui, la sponda per ribadire il concetto del signoraggio e le sue logiche infami, di cui le Banche Centrali (che va ricordato: sono PRIVATE!) sono responsabili, è presto effettuata. Come sappiamo dagli studi dell’illustre e scomparso Professor Giacinto Auriti, il valore nominale della moneta all’atto dell’emissione è fittizio e arbitrario, assolutamente sballato rispetto al valore effettivo, che è solamente quello della carta e della stampa, ossia di una normalissima tipografia, la quale però si appropria del valore nominale con l’atto di prestare banconote allo Stato. Senza troppo addentrarci nelle geniali ma complesse intuizioni del grande Auriti,  sul cosiddetto valore indotto e sulla duplicazione del concetto di moneta (misura del valore ma anche valore della misura), capiamo benissimo che il costo del denaro è già usurato del 200% all’atto della sua emissione. Senza attività lavorativa (esclusa quella irrilevante della tipografia) la Banca Centrale emette un pezzo di carta che, prestato allo Stato, e immesso sul mercato, andrà ad avere una circolazione regolata dall’attività lavorativa reale, in base al suo valore nominale. In parole semplici, la Banca arbitrariamente “fa valere” 100 o 200 ciò che in realtà produce spendendo 0,30, prestandolo e pretendendone il rientro (comprensivo di interessi e di anatocismo) sotto forma di beni risultanti da una attività lavorativa reale. Per di più, con l’introduzione del corso forzoso (incontrovertibilità della moneta in oro) e con la fine degli accordi di Bretton Woods del 1971 che sancirono la totale abolizione della riserva, le Banche Centrali non hanno più alcuno dei già discutibili diritti sulla facoltà di battere moneta. Lo stesso Euro è nato sulla base di un meccanismo (quello appunto dell’usura da signoraggio) che teoricamente avrebbo dovuto essere estirpato. Questa obbligazione che gli Stati contraggono con le rispettive Banche centrali costituisce il famigerato debito pubblico, che in questo senso – dacchè lo Stato, in quanto ente pubblico, non può far conto su plusvalenze o su introiti d’impresa – può solo aumentare e comunque mai diminuire. Inoltre sappiamo che perfino la Banca d’Inghilterra, che non rientra nell’Unione Europea, percepisce la sua parte consistente di questa usura da signoraggio sull’Euro. È così che, in tale quadro di onde concentriche, si delinea un tratteggio scabroso, a partire dal particolare dei recenti casi dei bond e dei risparmi raggirati fino all’universale di questo criminale Sistema bancario che sin dal 1694 ci vede schiavi e debitori del nostro stesso denaro.  È per questo che oggi, Benetazzo e tutti gli uomini liberi e attenti, chiedono a gran voce che lo Stato torni a battere moneta e che il lavoro torni ad essere al centro di una società giusta e sociale, basata su una economia reale e non sui giochi della finzione virtuale che consentono ai pochi di sfruttare fino allo stremo i tanti.



Associazione Culturale Tyr Perugia

controventopg@libero.it


giovedì 30 ottobre 2008

DOVE VOLANO GLI AVVOLTOI.








Il presidente Cossiga lo aveva annunciato  e noi lo avevamo segnalato e commentato su questo blog: per colpire la protesta dei giovani occorreva togliere poliziotti e carabinieri dalle università  e riempire di infiltrati e provocatori il Movimento degli studenti  in modo da scatenare violenza e disordini nelle città interessate dalla protesta. Immediatamente dopo, però, sarebbe dovuta scattare la repressione più feroce, e insieme ai cellulari dei carabinieri si sarebbero dovute sentire solo le sirene delle autoambulanze.



E’ quello che è puntualmente accaduto ieri a Piazza Navona grazie ai soliti patetici zombi di Romero travestiti da studenti antifascisti: l’aggressione infame ai danni di Blocco Studentesco provoca tutto il nostro sdegno. Oggi la massima solidarietà  va ai giovani camerati del Blocco selvaggiamente attaccati da cinquantenni veterocomunisti. Giovani col volto scoperto che in inferiorità numerica hanno fronteggiato le aggressioni degli zombi scatenati davanti e delle guardie sopraggiunte da dietro. Il comportamento esemplare dei camerati romani che fino all’ultimo hanno rifiutato di cadere nella trappola tesa loro dai  nostalgici di una certa sinistra intollerante è di monito per tutti noi, e noi mandiamo un saluto ai ragazzi feriti dagli zombi, fermati e arrestati dalla tanto auspicata polizia di Berlusconi per avere difeso con onore liberi pensieri e dignità di essere.



I patetici signorini di antifa e centri sociali, come al solito dotati di una fantasia smisurata pari solo alla volgarità delle loro menzogne, sono in un primo tempo riusciti a far ricadere le colpe delle violenze di Piazza Navona su Blocco Studentesco, con la consueta complicità di giornalisti e  gazzettieri di regime.



Fortunatamente anche in questo caso, come nei fatti della Sapienza di quest’estate, sono emersi video che dimostrano senza possibilità di dubbio alcuno la verità dei fatti e che inchiodano alla gogna mediatica i veri e unici provocatori di ieri e di oggi, la solita teppa arrogante al soldo del regime: la polizia del pensiero in servizio permanente antifascista.



Tutti gli studenti in questo momento devono respingere i tentativi di spaccatura del Movimento portati avanti dai nostalgici della cortina di ferro e dai deputati che finanziano le loro violenze per tentare di egemonizzare la spontanea e pacifica protesta contro la legge Gelmini, in difesa di studenti e lavoratori.



 



Mario Cecere

La verita’ sugli scontri di Piazza Navona.

 DIFFONDIAMO LA VERITA'



 


mercoledì 29 ottobre 2008

IL CROLLO DEL MURO: LA FINE DEL CAPITALISMO.







Mercoledì 29 Ottobre 2008, ore 18:30 hotel Plaza



Forza Nuova Perugia presenta: "Il crollo del muro, la fine del capitalismo"

conferenza di E.Benetazzo (già ospite di Anno Zero il 13-10-08)



- Come e dove investire dinnanazi al nuovo crack finanziario globale

- Crisi del sistema bancario e delle borse

- Ritorno all'economia reale

- Proprietà popolare della moneta: lo stato batta moneta





www.eugeniobenetazzo.com



www.youtube.com/eugeniobenetazzo



www.fnperugia.org



La partecipazione è libera e gratuita

Inetti e farabutti affrontano il crac con i nostri soldi.

GIÀ, PERCHÈ dovremmo ‘‘avere fiducia’’? Quando mai qualcuno di costoro ci aveva avvertito, o almeno fatto discretamente capire, che era in circolazione una ‘‘bolla speculativa’’ di tali sproporzionate dimensioni? Le cose sono due. O non avevano capito nulla di quanto stava avvenendo pur avendone avuto tutto il tempo (la crisi dei mutui americani, i cosidetti ‘‘subprime’’, è dell’agosto dell’anno scorso) e allora, dato i mestieri che fanno, sono degli inetti. O sapevano e allora sono dei farabutti. Siamo arrivati a un pelo che i nostri depositi, conti correnti, cioè i nostri soldi depositati nelle banche non con intenti speculativi ma semplicemente perchè li custodissero per metterli al riparo dai topi di appartamento e dei ladri (non avevamo capito che i ladri più pericolosi erano proprio loro, i banchieri e i loro reggicoda politici) si volatilizzassero in un amen portandoci via i risparmi di una vita di lavoro. Questo sarebbe successo se nella notte fra il 28 e il 29 settembre il governo tedesco non avesse deciso di correre in soccorso della Hypo Real Estate- Depfa, una delle maggiori banche europee di finanziamento alle attività commerciali e al settore pubblico, in cui si era aperto un buco di 50 miliardi di euro. E adesso ci tocca anche ringraziare questi signori, questi inetti o peggio, per averci ‘salvato’. Con i soldi dei contribuenti. Con i nostri soldi. Come sempre.



Di Massimo Fini, www.massimofini.it

lunedì 27 ottobre 2008

GIUSTIZIA PER GABRIELE.







GIUSTIZIA PER GABRIELE




Presentazione del libro "11 Novembre 2007, l'uccisione di Gabriele Sandri, una giornata buia della Repubblica"







presso la sala Ouverture, Via Tripoli 22 (Quartiere Nomentano-Africano)




Intervengono:



On. Ugo Cassone - Consigliere Comunale di Roma

Avv. Cristiano Sandri

On. Alessandro Cochi
- Delegato allo sport - Comune di Roma

Dr. Maurizio Martucci - Autore del Libro “11 Novembre 2007”

Massimiliano Baldacci
- Moderatore - Ass. Cult. Raido

domenica 26 ottobre 2008

BILANCIO MOLTO POSITIVO DELLA MANIFESTAZIONE DEL 24 OTTOBRE.

La manifestazione svoltasi a Roma, davanti all'Altare della Patria, venerdì 24 ottobre, ci ha permesso di portare a conoscenza di un vasto pubblico la situazione della regione Karen in questi giorni di offensiva militare birmana. I numerosi ragazzi che hanno distribuito volantini, sventolato bandiere e esposto diversi striscioni che chiedevano libertà per i Karen e denunciavano le politiche mondialiste che fanno affari sul sangue dei popoli, hanno attirato l'attenzione del TG2, che nella edizione delle 20.30 ha trasmesso un accurato servizio sulla vicenda birmana e sulle necessità della resistenza patriottica Karen. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta ufficialmente in Campidoglio, e qui ha potuto esporre una serie di urgenti richieste affinché la lotta per la libertà dei Karen non venga soffocata nel sangue e nel silenzio. Vi aggiorneremo sugli sviluppi che siamo certi ci saranno a seguito di questo incontro con importanti rappresentanti dell'amministrazione romana.



Il volantino distribuito alla manifestazione riportava il seguente testo:



BIRMANIA: ADESSO BASTA !



Li avete accusati di trafficare in droga, di reprimere con la violenza i movimenti politici che chiedono maggiore libertà, di perseguitare i monaci buddhisti che osano schierarsi dalla parte del popolo, di praticare la pulizia etnica e lo stupro sistematico nei confronti delle minoranze. Avete organizzato manifestazioni per denunciarne le pratiche brutali di tortura, per chiedere la solidarietà dell'opinione pubblica nei confronti dei dissidenti che subiscono persecuzioni intollerabili. Avete denunciato il criminale comportamento tenuto durante la sciagura del ciclone che la scorsa primavera ha provocato decine di migliaia di vittime alle quali le autorità non hanno fatto giungere gli aiuti necessari.



COSA AVETE OTTENUTO?




Nulla. In queste ore i generali narcotrafficanti al potere in Birmania hanno lanciato una offensiva militare nelle regioni dell'est, abitate dal popolo Karen. Infischiandosene ovviamente delle generiche e timide denunce degli organismi internazionali la soldataglia brucia i campi coltivati e i villaggi dei Karen, etnia di 5 milioni di persone. I civili vengono utilizzati come scudi umani, e migliaia di essi sono già stati deportati verso "aree di reinsediamento", vere e proprie riserve in cui vivranno sotto il tallone brutale della giunta militare. Nell'offensiva sono state coinvolte anche cliniche mediche e scuole create da organizzazioni umanitarie italiane, unica speranza per la gente bisognosa di indispensabili servizi di assistenza.



FATE SEGUIRE ALLE PAROLE I FATTI




Uomini del governo, politici, amministratori. Volete veramente fermare il cammino della giunta militare birmana ? Volete dimostrarci che le vostre parole d'ordine contro il traffico internazionale di stupefacenti non sono soltanto truffaldini slogan elettorali ? Volete provare che credete nel vero diritto di autodeterminazione dei popoli, e non soltanto in quello di comodo propagandato con successo dalle mafie del Kosovo ? Prendete una netta posizione a sostegno del Popolo Karen e delle sue istanze di libertà. Aiutateli concretamente affinché possano resistere alla pulizia etnica. I Karen combattono con coraggio contro la produzione e il commercio di eroina e di anfetamine, piaghe della nostra società. Difendono i loro figli dal laido mercato dello sfruttamento sessuale. Chiedono soltanto di essere rispettati nella loro

terra, dalla quale non vogliono emigrare. Ma non possono più aspettare. In queste ore si gioca il destino di 5 milioni di persone.





 


 



La Comunità Solidarista Popoli ringrazia tutti gli amici che si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione, ringrazia chi era presente fisicamente e in spirito, chi ha preparato striscioni e vessilli, chi li ha tenuti in alto, per dare visibilità alla lotta di un popolo in guerra contro le logiche mondialiste che vorrebbero un pianeta omologato, in mano a finanzieri, ad organizzazioni criminali e ad entità

apolidi dalla spiccata vocazione per l'usura e la speculazione. La nostra Patria è laddove si combatte per la nostra idea!



www.comunitapopoli.org

sabato 25 ottobre 2008

Legge 133: un DPEF in miniatura.




Non solo Istruzione... La 133 è un piano di auto-distruzione dello Stato.










In questi giorni si fa un gran parlare della Legge 133, intendendo con questo nome la Riforma Universitaria voluta, assieme a quella scolastica (dell'altro decreto legge appositamente stilato) dal Ministro dell'Istruzione Gelmini. In realtà il Decreto Legge, APPROVATO IL 6 AGOSTO SCORSO, IN PIENA ESTATE, ALL'INSAPUTA DI QUASI TUTTI, è una sorta di preambolo o di presentazione di quello che sarà il Documento di programmazione economico-finanziaria prossimo venturo. Ho preso da internet l'intero decreto e ho cominciato a leggerlo. La firma di questo Decreto è doppia, e porta i nomi della Gelmini ma soprattutto del Ministro dell'Economia, Tremonti. Nemmeno il 10% riguarda più o meno direttamente il mondo dell'Università e della Ricerca: questo aspetto su cui in questi giorni (giustamente) tanti studenti e docenti stanno incentrando l'attenzione FA IN REALTA PARTE DI UN INTERO PIANO DI DEREGOLAMENTAZIONE E LIBERALIZZAZIONE DI NUMEROSE FUNZIONI E SERVIZI DELLO STATO... Il Decreto Legge 133, ad una più attenta lettura, presenta parti a dir poco tragicomiche, che toccano tutto, quali per citarne alcune:






- eliminazione degli enti pubblici non economici minori






- revisione del concetto di termini giuridici chiave come 'lavoro', 'part time' e 'lavoro a tempo determinato'






- aumento di finanziamenti e di privilegi di carriera alla Difesa e all'Esercito






- ASSEGNAZIONE DI UNA CASA A RISCATTO AI NUCLEI FAMILIARI CHE NE NECESSITANO, A PATTO CHE SIANO 'NON MOROSI', SIA NEI SINGOLI COMPONENTI SIA NELLA COMUNIONE DEI BENI... (e mi chiedo come possa una persona sfrattata o una persone in gravi difficoltà essere non-morosa?)






- INCENTIVI PER LA INTERNAZIONALIZZAZIONE E DELOCALIZZAZIONE DELLE IMPRESE






-300 MILIONI DI EURO REGALATI ALLA 'FERROVIE DI STATO S.P.A.'






- CANCELLAZIONE DEGLI AGGIUNTIVI PER LE INFERMITA' DA CAUSA DI SERVIZIO (eccezion fatta per le forze armate)






- riduzione degli uffici dirigenziali di una quantità non inferiore al 15% o 20%


 



- l'apprendistato lasciato in mano a privati e università (che diventeranno fondazioni private) in assenza di precisi regolamenti regionali






- soppressione dell'Agenzia per la protezione ambientale, dell'Istituto Nazionale per la fauna selvatica edell'istituto centrale perla Ricerca scientifica e tecnologica, che saranno sostituiti dall'ISPRA



 


eccetera, eccetera...


 


In tutto il linguaggio utilizzato, appare chiaro notare il fattore comune (se non altro a causa di una presenza ridondante dei termini) costituito dalla semplificazione... una parola magica, che conferisce un tono certamente migliorativo ad un occhio superficiale, ma che non può non destare spavento ad un osservatore più acuto, specie se va a a sostituire la parola 'tagli' o la parola 'deregolamentazione'...Ciò che lascia atterriti è poi il fatto che un decreto legge così vasto e così variegato, sia stato praticamente discusso ed approvato in pieno agosto, nell'anonimato più completo e che venga messo al centro delle polemiche solo oggi e per una piccola parte del suo enorme concentrato.







A.F.



Legge 6 Agosto 2008, n. 133. Il testo.