martedì 30 novembre 2010

PROCESSO-BIS PER SPACCAROTELLA: SUBITO SENTENZA? IL POLIZIOTTO KILLER RISCHIA 21 ANNI DI GALERA.


Ci siamo. A 3 anni dall’omicidio di Gabriele Sandri, Mercoledì 1 Dicembre si apre il processo di secondo grado contro l’agente della Polizia di Stato Luigi Spaccarotella, sospeso dal servizio dopo la sentenza di primo grado che ad Arezzo l’ha condannato per omicidio colposo con colpa cosciente a 6 anni di carcere (ad oggi però il poliziotto non ha scontato nemmeno un giorno di galera e continua a percepire regolarmente lo stipendio, in parte decurtato).



 



Il nuovo processo, l’ultimo che entrerà nel merito del delitto dell’Autostrada del Sole prima dell’eventuale ricorso in Corte di Cassazione a Roma, si apre Mercoledì alle ore 9 in Corte d’Appello d’Assise a Firenze, in Via Cavour 57.



 



Costituitasi parte civile, la famiglia Sandri, insieme al Tribunale di Arezzo (giudice di primo grado) e alla Procura Generale della Toscana sono ricorse per il capo d’imputazione di omicidio volontario: rischia fino a 21 anni di carcere il poliziotto killer che l’11 Novembre 2007 sparò da una parte all’altra dell’A1, centrando al collo Gabbo mentre era a bordo di una macchina in movimento.





Queste le ricostruzioni dei cinque testimoni super partes, su cui accusa e Pubblico Ministero puntano per una sentenza diversa da quella del 14 Luglio 2009. Le testimonianze sono riprese dalle pagine del mio ultimo libro inchiesta CUORI TIFOSI, quando il calcio uccide. I morti dimenticati degli stadi italiani:



 



Emanuele Fagioni, 15 Novembre 2007



Vidi il poliziotto smettere di correre e impugnare la pistola con entrambe le mani a braccia tese in avanti, sempre rivolto verso l’area di servizio opposta alla nostra



 



Emanuele Fagioni, 27 Marzo 2009



Si, allora, il poliziotto veniva verso di noi, verso di noi correndo e camminando velocemente e correndo. A un certo punto quando mi sono accorto che ci aveva la pistola in mano siamo andati sempre più in fretta dentro l’autogrill, ci siamo fermati nel pianerottolo dell’autogrill. Okay. A un certo punto gridava dall’altra parte ’scappano, scappano’ si è sentito lo sparo (…) Io ho visto che correva con la pistola sulla mani, okay? A un certo punto ad altezza d’uomo, all’altezza d’uomo, con la pistola ad altezza uomo.”



 



Fabio Rossini, 13 Novembre 2007



Ho visto l’agente dapprima correre con la pistola in pugno, quindi rallentare, posizionarsi con il braccio armato teso in modo perpendicolare all’asse del corpo, mi è sembrato seguisse l’andamento di un oggetto (…)



 



Fabio Rossini, 27 Marzo 2009



“L’altra cosa subito che mi è… perché era molto nitido, limpido ho visto correre questo poliziotto, quindi la cosa che mi ha colpito era chiaramente la divisa e questi stivali alti (…) correva, correva (…) mi è parso gridasse testualmente ’scappa, scappa’ (…) Si ferma, si risposta, si… come per dire se.. va beh, l’idea che mi viene non… tipo un poligono, non so, una cosa di questo tipo (…) puntava l’arma verso l’altra parte. Aveva una o entrambe le braccia tese? Tutte e due. Assolutamente si. Con entrambe le mani, si.”



 



Fabrizio Galilei, 27 Marzo 2009



“Io ho visto che il poliziotto iniziava a puntare la pistola, a quel punto mi sono impaurito e ho iniziato, diciamo, a correre (…) Ho visto il poliziotto che puntava la pistola verso… Quindi aveva il braccio teso? Si. Come appunto per puntare, per mirare? Braccio teso e armato, in sostanza? Si (…) Credo, puntare con la pistola insomma come si vede insomma con gambe divaricate e braccia perpendicolari al corpo. (…) Io corro verso, verso l’autogrill, salgo le scale e quando stavo proprio lì, diciamo sento, sento uno sparo, a quel punto ero dentro alla prima porta a vetri (…)”



 



Keiko Horikoshi, 27 Marzo 2009



“Dopo avere fatto colazione sono uscita a fumare una sigaretta. (…) Davanti al parcheggio, davanti al pullman, piazzale (…) si, nel piazzale. (…) Ho sentito uno sparo, ma non sapevo da dove e poi ho visto dei ragazzi correre dall’altra parte, ragazzi correre (…) verso le macchine parcheggiate. (…) Successivamente ho visto due poliziotti correvano da… dalla stazione di rifornimento un poliziotto andava sul bordo del piazzale e piazza… sul bordo mentre i ragazzi salivano sulla macchina e, poi, questo poliziotto puntava una pistola con entrambe le mani, protese e poi si è fermato… e poi sparato (…) E mi ricordo quando la macchina stava uscendo dal parcheggio e poliziotto aveva già una pistola e dopo che la macchina proseguiva la marcia e… dopo un po’ lui sparato, e quel momento la macchina era in movimento”



 



Anania Marisa Samanta, 13 Novembre 2007



Il poliziotto giunto alla fine del guardrail, dall’altezza di un cumulo di terra smosso dove un veicolo in movimento terra, ha disteso entrambe le braccia impugnando una pistola”.



 



Anania Marisa Samanta, 27 Marzo 2009



“(…) Poi vidi che comunque l’agente di Polizia inizio a correre anche lui, andò verso il guardrail (…) andò in direzione del guardrail (…) Poi niente, vedo che, appunto, si ferma lì, e dopo un po’ sento uno sparo. (…) L’ho sentito si, e… cioè ho visto che comunque si era posizionato lì come se volesse fare chissà che cosa, poi ho sentito lo sparo e quindi ho potuto immaginare. Poi il tutto…”



 



Nonostante queste schiaccianti versioni, la difesa dell’agente punta invece alla conferma di una condanna mite o all’ulteriore riduzione della pena. Fuori dal tribunale fiorentino sono attesi amici di Gabriele, tifosi e cittadini comuni, tutti accomunati da un’unica richiesta, quella di giustizia giusta.



 



La sentenza, da quanto trapela dagli ambienti toscani, potrebbe arrivare in tempi brevi, addirittura anche nella stessa udienza del 1 Dicembre.



 



Infine Giorgio Sandri, padre della vittima che insieme a tutta la famiglia Sandri sarà presente in aula a Firenze, oggi ha rilasciato un’intervista ai telegiornali di Canale 5 e Rai 2: “Ad Arezzo, un anno e mezzo fa, ci hanno già privato di una giustizia vera. Una sentenza pavida ha graziato l’assassino di Gabriele. Oggi a Badia Al Pino ci negano anche la targa che il Popolo di Gabriele, forte di 25.000 firme, vorrebbe apporre sul luogo del delitto per non dimenticare. Mi auguro che da Firenze possa invece giungere una sentenza in controtendenza. L’Italia e i cittadini italiani non meritano un’ennesima sconfitta. Giustizia per mio figlio significa giustizia per tutta quella gente comune che vuol continuare a credere che la legge sia sempre uguale per tutti…



Maurizio Martucci



dal blog del libro CUORI TIFOSI - cuoritifosi.ormedilettura.com


sabato 27 novembre 2010

All’Università per Stranieri di Perugia un interessante evento sulla Birmania.


Cittadinanza onoraria al Premio Nobel San Suu Kyi da parte del Comune di Perugia e reportage sul popolo Karen.



(ASI) Giovedì 25 novembre presso l’Università per Stranieri di Perugia si è svolto l’interessante incontro dal titolo “Birmania: una democrazia dietro le sbarre” nell’ambito del festival letterario Bagliori d’Autore che quest’anno è stato dedicato a George Orwell. La giornata è iniziata alle ore 17.00 quando è stata presentata una mostra fotografica – sarà visibile fino a lunedì 29 novembre - inedita sul l’etnia Karen a cura di Fabio Polese, volontario della Comunità Solidarista Popoli. La mostra, dal titolo “Scatti di Guerra”, era formata da foto scattate tra settembre e ottobre nella Birmania orientale, nei territori teatro di scontri dopo le recenti elezioni tra guerriglieri Karen e l’esercito birmano. All’inizio della tavola rotonda, il Comune di Perugia, tramite il Consigliere Comunale del PD Francesco Mearini ha consegnato a Beaudee Zawmin – rappresentante del Governo Birmano in Esilio -, la cittadinanza onoraria al Nobel per la Pace San Suu Kyi. Ad aprire l’incontro è stato Giovanni Paoletti che, insieme a Bruno Taburchi, avevano proposto al Comune di Perugia l’iniziativa della cittadinanza onoraria. Subito dopo, ha preso la parola il sociologo Roberto Segatori, commentando che bisogna riflettere anche sulla situazione italiana di oggi. “Una democrazia, ma con il pericolo di un’uniformità dei linguaggi e il controllo dell’informazione” ha detto Segatori. Flavio Lotti, rappresentante della Tavola della Pace di Assisi, ha esaminato la situazione birmana e ha sottolineato come l’esempio di San Suu Kyi – donna simbolo della lotta per la democrazia in Birmania - deve servire da monito anche per noi. Il Premio Nobel per la Pace, è stata recentemente liberata dopo quindici anni di arresti domiciliari. Ha concluso l’incontro la testimonianza di Fabio Polese che, con la Comunità Solidarista Popoli, ha passato diversi giorni con i civili e i guerriglieri Karen. “I Karen, sono gruppo etnico che conta circa sei milioni di persone, avrebbero dovuto ottenere l’autonomia secondo gli accordi firmati subito dopo la fine della II guerra mondiale dal governo centrale, allora rappresentato dal Generale Aung San” - ha spiegato Fabio Polese – “l’uccisione di Aung San per opera di militari golpisti impedì alle diverse etnie che compongono il mosaico birmano di ottenere una qualche forma di autonomia. E così, i Karen, hanno iniziato una guerra che è ancora in atto”. Dopo qualche cenno sulla situazione politica birmana di oggi, Fabio Polese, ha voluto sottolineare l’aspetto riguardante il diritto all’autodeterminazione dei popoli. “Quella del popolo Karen è una lotta esemplare. Non si sono mai piegati al ricco commercio della droga nonostante abbiano un estremo bisogno di reddito” ha spiegato Fabio Polese. La Birmania è una delle principali produttrici di stupefacenti del mondo. “Vengono continuamente attaccati, ma proseguono la loro guerra per il sacrosanto diritto dell’autonomia” - ha continuato Fabio Polese – “ho visto il loro sorriso e la loro forza di volontà, sono stato colpito soprattutto dalla loro perseveranza per i principi fondamentali come l’identità, la terra e gli antenati”. Oggi, la giunta militare Birmana, si regge secondo quello che loro chiamano “la via birmana al socialismo” ma, oltre al sostegno che ottengono dalla Cina, basano buona parte del bilancio statale sugli accordi milionari ottenuti da multinazionali occidentali, soprattutto del settore energetico. “In queste zone di guerre dimenticate, la Comunità Solidarista Popoli –
www.comunitapopoli.org -, porta aiuto concreto sin dal 2001 con la costruzione e il mantenimento di cliniche mediche e scuole” – ha continuato il volontario - “c’è la concreta possibilità di fare qualcosa”. “L’esempio dei Karen” – ha concluso Fabio Polese – “che sono la vera resistenza, dovrebbe farci riflettere”. Gli eventi di Bagliori d’Autore proseguiranno fino al 29 novembre, per ulteriori informazioni potete visitare il sito www.baglioridautore.com.



http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1097:birmania-una-democrazia-dietro-le-sbarre&catid=24:eventi&Itemid=53




 










Sostieni la speranza. L' Ass.ne Zenit promuove la solidarietà.


In occasione della "giornata internazionale per i diritti dell'infanzia", la scorsa domenica 21 novembre l'associazione Zenit, operante nell’ambito delle iniziative culturali, è stata interprete di un’attività di promozione di un gesto di solidarietà.

Alle prime ore del mattino un provvidenziale squarcio di sole ha diradato le nubi che da giorni incombono su Roma e, mantenendosi fino all’ora di pranzo, ha consentito all’iniziativa di non essere impedita dalla pioggia. All'ingresso della stazione metro "Battistini" è stato allestito un banchetto sul quale è stato disposto materiale informativo relativo alla campagna di adozioni a distanza di piccoli orfani palestinesi. I componenti dell'associazione hanno distribuito il materiale ai passanti e si sono resi disponibili a dare informazioni a quanti mostrassero curiosità. La campagna di adozione a distanza ha sollecitato l’interesse di molte persone fermatesi per saperne di più, a costoro è stato fornito un modulo da compilare per iniziare il sostegno a distanza ed un contatto e-mail dell’associazione che si occupa di renderlo compiuto (catania@comunitapopoli.org).



L'iniziativa di promozione non persegue alcuno scopo di lucro e rifiuta ottuse etichette. L'unica motivazione che ha spinto l'associazione Zenit a prodigarsi è promuovere la difesa dei diritti di bambini che debbono affrontare - per giunta da orfani - le difficoltà soverchianti che guerre e maltrattamenti, ai quali sono sottoposti quotidianamente molti civili palestinesi, comportano. Mentre la maggior parte degli intellettuali impegnati si dimostra renitente a porre all'attenzione dell'opinione pubblica le condizioni di difficoltà che queste creature innocenti vivono in quei drammatici tuguri che sono i campi profughi, si stima che nella sola Striscia di Gaza il numero degli orfani abbia raggiunto quota 52.000 (su un totale di 1.400.000 abitanti), dei quali 1.900 a seguito dell'ultima offensiva di Israele, risalente a dicembre 2008/gennaio 2009 e denominata Piombo Fuso. Povertà, difficoltà politiche dei governi e - nel caso della Striscia di Gaza - un vessatorio embargo impediscono la realizzazione di adeguate forniture di servizi per far fronte a questa emergenza: medicinali e altri beni di prima necessità, assistenza psicologica ed assistenza educativa.



Ciò che preme all'associazione culturale Zenit e che l’ha spinta a mobilitarsi in strada è farsi portavoce presso più persone possibili di queste situazioni di emarginazione, proponendo un gesto di solidarietà attiva teso a schiacciare il tarlo dell’indifferenza che troppo spesso si insinua tra di noi.



http://www.ilbersaglio.info/articolo.php?articolo=856


mercoledì 24 novembre 2010

Manipolazione della realtà attraverso i media.


Il Direttore Ettore Bertolnii parteciperà alla "Tavola Rotonda" su IRIB Iran Italian Radio - che andrà in onda Venerdì 26 Novembre alle 8:10 circa italiane. Agenzia Stampa Italia ringrazia il Dottor Davood Abbasi, Direttore di Radio Italia per l'opportunità offerta al nostro giornale.



http://italian.irib.ir/



Il Direttore Agenzia Stampa Italia: comitati per salvare da lapidazione Sakineh mentre questa pena in Iran non esiste(1)

TEHERAN – Piena di nozioni ed informazioni “uniche” la trasmissione “Tavola Rotonda” di questa settimana di Radio Italia dedicata alla “manipolazione della realtà attraverso i media”. Ad intervenire a quella che è la trasmissione più ascoltata della nostra emittente(la prima parte della trasmissione andrà in onda Venerdì 26 Novembre alle 8:10 circa italiane), il Direttore dell’Agenzia Stampa Italia Ettore Bertolini e lo scrittore e blogger italiano Marco Cedolin.Le motivazioni che portano i grandi media mondiali alla mistificazione delle notizie, il grado di sincerità e correttezza dei media in Italia e Occidente, ed i metodi per costruire un’informazione più corretta e fedele alla realtà tra i temi trattati.Segue in anteprima la prima parte del file audio del dibattito per gli utenti del nostro sito. La trascrizione del dibattito sarà presente in questo spazio nelle prossime ore.





Il Dottor Marco Cedolin a Radio Italia: manifestazione di 40 mila persone contro TAV in Val di Susa non è stata riferita da alcun grande media italiano(2)



TEHERAN – Seconda ed ultima parte dell’audio della trasmissione “Tavola Rotonda” di questa settimana di Radio Italia dedicata alla “manipolazione della realtà attraverso i media”. Ad intervenire a quella che è la trasmissione più ascoltata della nostra emittente(la prima parte della trasmissione andrà in onda Venerdì 26 Novembre alle 8:10 circa italiane), il Direttore dell’Agenzia Stampa Italia Ettore Bertolini e lo scrittore e blogger italiano Marco Cedolin. Le motivazioni che portano i grandi media mondiali alla mistificazione delle notizie, il grado di sincerità e correttezza dei media in Italia e Occidente, ed i metodi per costruire un’informazione più corretta e fedele alla realtà tra i temi trattati.






http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1054:manipolazione-della-realta-attraverso-i-media&catid=19:interviste&Itemid=46


lunedì 22 novembre 2010

NON ESSERE APATICO!


Di Associazione Culturale Tyr Perugia – www.controventopg.splinder.com



È sempre facile cadere nella trappola dei luoghi comuni e della superficialità. Lo è ancor di più alla luce degli ultimi anni: anni nei quali l´arroganza di un Sistema politico-economico-culturale si è esponenzialmente diffusa in ogni area del nostro pianeta, attraverso una fitta rete di istituti, mass media ed espedienti ad esso asserviti, fino a diventare l´unico modello mondiale. Divorare, mangiare, inglobare tutto ciò che incontra, pare essere una sua deformazione professionale, sintetizzata nell´opulenza e nella criminalità dei suoi tentacoli capitalisti e della sua razionalità usuraia. Un potenza talmente smisurata e sfacciata da essere capace di oltrepassare i semplici scopi economici e politici, per giungere all'innaturale obiettivo di violentare in maniera irreversibile la nostra natura umana. Ogni valore dello spirito, ogni innato e tradizionale senso di minorità rispetto alla Natura, ogni antica tensione al solidarismo comunitario - caratteri, questi, da sempre patrimonio dell´umanità -, paiono scomparire dalla consapevolezza di tanti uomini e donne, per essere accantonati e progressivamente dimenticati, in favore di un edonismo imperante, il quale si concretizza in un consumismo sfacciato, in una affannosa ricerca del momentaneo piacere materiale, in una continua tensione frenetica verso un futuro senza speranza, in un´inumana commercializzazione delle risorse umane. Un gabbia artificiale e asfittica dal clima sempre più pesante, nella quale è facile cadere e dalla quale è molto difficile restare fuori. Noi - consapevoli della immutabile legge naturale, della nostra condizione di esseri finiti e pensanti, della incontrovertibilità e dell´autenticità dell´esistenza - abbiamo deciso di restare fuori. Tale scelta che apparirebbe assurda a chiunque, è in realtà la più coerente, la più conforme al destino storico impresso nell´ordine naturale, la più onesta e la più radicale, in quanto va in profondità e raggiunge l'essenza più intima della Terra. Difendere le bandiere patrie, le loro tradizioni, le identità che simboleggiano, scagliarsi contro l´economia predatoria del capitalismo od opporsi alle guerre con cui esso si fa largo, al giorno d´oggi potrebbero sembrare prese di posizione semplici e riduttive, se non addirittura qualunquiste. Ma se l´accusa è lecita per chi finge la lotta per poi in realtà irretirsi nelle logiche e nelle etichette di questo orrendo mondo moderno, al contrario non lo è per noi. Noi non ci ridurremo ad incanalarci nei percorsi che il Sistema ha creato, come specchietti per allodole. Costruisci anche tu il tuo percorso: analizza, ascolta, leggi e informati. Solo così sarà possibile uscire dall’apatia interiore e dagli schemi che ti hanno programmato.



Free Press Perugia del 18-11-2010


Nato: la bandiera a stelle a strisce garrisce ancora sull’Europa.


 





Di Andrea Perrone, www.rinascita.eu



Poche ore prima del vertice Nato di Lisbona il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ribadisce l’indissolubile legame fra Usa ed Europa, in nome del dominio a stelle e strisce.“Non c’è un legame storico più stretto di quello che abbiamo con voi europei - ha puntualizzato il leader del mondo atlantico in un’intervista sulle pagine di Repubblica - lo dirò al vertice atlantico di Lisbona. Sviluppare i rapporti con altri attori globali, come ho fatto nel mio recente viaggio in Asia, non è in contraddizione: lo fate anche voi, è nell’interesse della stabilità mondiale”. Il presidente dell’impero a stelle e strisce ha volutamente evitato di ricordare che il legame con l’Europa è sempre stato fondato su un rapporto di sudditanza economica e politica. Sudditanza economica iniziata a partire dalla fine della Prima guerra mondiale, a cui si è aggiunta anche quella politica dal 1945.

“Voglio sottolineare - ha proseguito Obama riferendosi proprio al suo impegno verso i Paesi asiatici - che sviluppare nuovi rapporti con altri partner in altre regioni del mondo non sminuisce la nostra relazione con l’Europa. Anzi è nel nostro comune interesse, in quanto serve a promuovere la stabilità globale. Io credo che i miei partner europei possano concordare: anche l’Europa sviluppa i suoi legami con altri attori globali, lo facciamo ciascuno dal proprio lato consultandoci fra noi”. La partnership con l’Europa, ha chiosato Obama, “è ampia e profonda come sempre, tanto più importante ora che affrontiamo insieme le sfide mondiali”. La politica economica che “stiamo applicando a Washington - ha rilevato il presidente - ha un solo obiettivo: rilanciare la crescita americana e questo aiuterà anche voi europei. Dalla lotta al terrorismo all’Afghanistan, rafforziamo questa partnership per adeguarla alle sfide comuni del XXI secolo”. Tuttavia la spauracchio della lotta al “terrorismo” è servito a imporre agli europei l’intervento al fianco degli americani in Afghanistan e in Iraq col pretesto di snidare prima i talibani e poi Saddam Hussein, per le esigenze di democrazia export al servizio del mondo unipolare agognato da Washington.

E qui Obama, è tornato alla lotta al “terrorismo”, assicurando che “lavoriamo d’intesa con l’Europa” perché “Al Qaida ha ancora la capacità e l’obiettivo di attaccare l’Occidente”. Le minacce terroristiche di presunti affiliati ad Al Qaida vengono spesso agitate dagli Usa per perseguire le strategie di dominio globale. E qui il leader della Casa Bianca ha voluto rammentare la necessità di “rafforzare la gamma completa delle capacità necessarie a proteggere oggi i nostri uomini e a prepararci alle missioni di domani” investendo “in tecnologie” che permettano di sviluppare “nuove difese contro minacce come gli attacchi informatici”. Un chiaro riferimento alla volontà di trasformare la Nato in quello che può essere definito un superpoliziotto globale, impiegata per piegare ogni resistenza al pensiero unico e al dominio del dollaro. Il riferimento di Obama alla tecnologia è rivolto da una parte alla cosiddetta “difesa” missilistica e dall’altra alla cyber sicurezza, un pretesto quest’ultimo per preparare le guerre del futuro utilizzando gli strumenti informatici.

Intanto dal vertice è emerso che Francia e Germania hanno raggiunto un’intesa sul tema dell’equilibrio tra il sistema antimissile e la deterrenza nucleare, punto centrale del nuovo Concetto strategico della Nato. I rappresentanti di Parigi e Berlino hanno   raggiunto l’accordo in base al quale la Francia ha rinunciato alla sua richiesta di definire lo scudo come complementare alla deterrenza nucleare, mentre la Germania ha accettato di non legare più il tema della difesa antimissile a quello del disarmo. Alla fine la volontà di Washington e il desiderio di sentirsi sudditi da parte di Londra e Parigi hanno avuto la meglio sulle divergenze, segnando ancora una volta un punto a favore degli Usa.

Ue: gli Stati Uniti premono per l’ingresso della Turchia

Gli Usa premono sull’Ue per l’adesione della Turchia nel club dei Ventisette. A sostenerlo è stato il presidente americano, Barack Obama, in un’intervista al quotidiano Repubblica. Il leader della Casa Bianca pur riconoscendo che “è una decisione che non spetta a noi”, si è intromesso ancora una volta nelle questioni interne dell’Europa, tentando di prendere due piccioni con una fava, ovvero snaturando sempre più il Vecchio Continente e puntando a distogliere la Turchia dal suo attuale riposizionamento verso Oriente. “Sproniamo la Turchia a continuare sulla strada delle riforme necessarie per la sua adesione, un processo aperto - ha proseguito Obama - siamo convinti che una Turchia in grado di soddisfare i criteri  per l’adesione all’Unione europea sarebbe un contributo all’Unione stessa, e d’altra parte lo sforzo per raggiungere quei criteri è a tutto vantaggio della Turchia”. A detta di Obama, con l’ingresso di Ankara, l’Europa ci guadagnerebbe “in diversità etnica, di tradizioni, di fedi e l’adesione turca allargherebbe e rafforzerebbe ancora di più le fondamenta dell’Europa”. Dichiarazioni infondate, non si capisce infatti come l’ingresso di Ankara possa migliorare il Vecchio Continente visto che la Turchia con la sua enorme popolazione avrebbe un peso rilevante sulla conduzione e le scelte politiche dell’Unione europea.


Bloody Sunday, quando il calcio uccide.


(ASI) Nella Sala della Vaccara, in Piazza  IV Novembre a Perugia, si è svolta una conferenza dal titolo forte, quanto veritiero, “Bloody Sunday”. “Troppe volte giovani e meno giovani, uomini e donne, hanno salutato i loro cari per andare a vedere una partita di calcio e non sono mai tornati”, queste sono state le parole di Claudio Millefiorini - rappresentante dell’Associazione Culturale Triskelion organizzatrice dell’evento –  in apertura della tavola rotonda. “Questo incontro è stato voluto per esaminare il fenomeno sociale del calcio e dello stadio” ha continuato  Millefiorini. A prendere la parola, subito dopo, è stato Fabio Polese dell’Associazione Culturale Tyr, che si è occupato più volte, scrivendoci articoli, della questione Tessera del Tifoso. “Uno strumento di controllo e di marketing”, ha dichiarato Fabio Polese, “Ce la fanno passare come una semplice fidelizzazione ma sottoscrivendo la tessera, si sottoscrive anche una carta  ricaricabile con codice IBAN” e ha continuato, “con presunte agevolazioni invoglieranno i possessori della card a fare movimenti elettronici, movimenti che sono a tutti gli effetti il paradiso delle banche, in quanto, vengono messi  soldi reali, cartacei nelle casse degli istituti finanziari e, in cambio, danno moneta elettronica”. Il suo intervento si è incentrato proprio sulla Tessera del Tifoso, ponendo tematiche interessanti e domande sulla vera identità di questa tessera. “Siamo una nazione che vive di calcio ma molti, troppi, sono i morti dimenticati” ha detto Leonardo Varasano, giornalista e collaboratore di diverse testate, analizzando il problema sociale dei morti da stadio e facendo un excursus della storia del tifo.  In ultimo, ha preso la parola Maurizio Martucci, giornalista e saggista, autore tra l’altro, di “Cuori Tifosi”, edito da Sperling & Kupfer - pagg. 480, euro 18,00 -. “Un paese senza memoria è un paese senza futuro” ha detto Maurizio Martucci. E proprio il suo libro “Cuori Tifosi” è partito dalla ricerca storica di fatti di cronaca che, con non poche difficoltà, ha realizzato per non dimenticare tutte le persone scomparse per vicende legate allo stadio. Il calcio ha ucciso e non sempre è stata colpa di frange violente del tifo organizzato, anzi, molte volte è successo a causa della mala organizzazione, di situazioni prese alla leggera e, non ultimo, da alcuni personaggi delle forze dell’ordine. “E’ un problema atavico, in Italia, si aspetta sempre una legge per gli stadi ma dell’incolumità fisica dei tifosi non importa nulla, o quasi, a nessuno” ha sostenuto Maurizio Martucci. La tavola rotonda è continuata con un interessante dibattito fatto dai relatori stessi e dal pubblico intervenuto. L’Associazione Culturale Triskelion, nel ringraziare le persone presenti, ha dato appuntamento nei prossimi mesi per ulteriori e avvincenti appuntamenti.



http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1040:bloody-sunday-quando-il-calcio-uccide&catid=25:r&Itemid=55


giovedì 18 novembre 2010

Vaccini anti-influenzali tra danni alla salute e effetti collaterali.


(ASI) Vaccino antifluenzale fa davvero bene alle salute? 169 i casi nel 2008-2009, 396 nel 2009-2010. Questi sono i numeri di reazioni violente al vaccino che sono stati stilati nell’ultimo rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Numeri che hanno dell’inquietante. Polimiosite e mielopatia sono i principali effetti collaterali del vaccino. Agenzia Stampa Italia ha incontrato il Dott. Tancredi Ascani, medico chirurgo perugino che pratica la medicina – cosiddetta – non convenzionale dell’Omeopatia, per porgli qualche domanda.



L’anno scorso si era battuto sin da subito per contro informare sulla vicenda dell’influenza A/h1n1. L’emergenza pandemia, dopo essere stata protagonista in tutte le prime pagine dei giornali, si è spenta silenziosamente. Che fine hanno fatto tutti i vaccini comprati e mai utilizzati?



Non se ne è più sentito parlare perché come al solito, quando si compiono degli errori grossolani come è stata questa vaccinazione, si spera che tutto finisca nel dimenticatoio. Ma poi, come da copione, la campagna mediatica pro-vaccinazione antinfluenzale è ricominciata come se nulla fosse successo anzi, quest’anno è partita addirittura in anticipo. I vari Paesi che avevano incautamente comprato tutti quei vaccini, rimasti poi inutilizzati, hanno poi fatto a gara per svenderli a basso costo ai Paesi poveri (che direi hanno problemi ben più importanti dell’influenza!) spacciando questa vile opera di mercato come un atto di carità. In realtà la conservazione dei vaccini avanzati comportava un’enorme sperpero di denaro pubblico così come altro denaro doveva essere impiegato per le procedure di smaltimento di questi rifiuti “speciali”.  



Sembra che i colossi farmaceutici si arricchiscano grazie ad allarmi mediatici. Cosa ne pensa?



Gli allarmismi sanitari (troppo spesso senza alcuna reale base scientifica alle spalle, come nel caso della passata epidemia) alimentando la paura fanno aumentare vertiginosamente le vendite dei farmaci. Nel caso dei vaccini le possibilità di profitto per le aziende farmaceutiche sono ancor più allettanti visto che si tratta di farmaci che vengono venduti anche a persone sane e, come disse una volta Henry Gadsen, direttore generale della compagnia farmaceutica Merck in un'intervista rilasciata anni fa alla rivista “Fortune”: "Il nostro sogno è quello di produrre farmaci per le persone sane, questo ci permetterebbe di vendere a chiunque."



Sta per iniziare una nuova stagione di vaccini anti-influenzali. Come si devono comportare le fasce che vengono considerate più a rischio come i bambini e gli anziani?



Le prove scientifiche a nostra disposizione parlano chiaro: nei bambini sotto i due anni la vaccinazione antinfluenzale ha un’efficacia pari al placebo cioè non serve a nulla. Negli anziani che si sono vaccinati inoltre non si è vista alcuna evidenza di diminuzione della mortalità per complicanze legate all’influenza.

Bambini e anziani in realtà non dovrebbero far nulla di diverso dagli adulti: condurre uno stile di vita sano e senza eccessi mangiando frutta e verdura di stagione e facendo una regolare attività fisica. Alcuni consigli di validità comprovata sono l’assunzione di alte dosi di vitamina C (previa visita medica) e un’adeguata esposizione alla luce solare, fonte della preziosa vitamina D che ha dimostrato di proteggere efficacemente da influenze e raffreddori.



Quali sono gli effetti collaterali più frequenti e come si sviluppano?



“Ironicamente” secondo le prime sperimentazioni pubblicate nel 2009 nel New England Journal of Medicine sull’ultimo vaccino contro l’influenza suina, in un terzo dei casi il vaccino provocava febbre, malessere, dolori muscolari, mal di testa ecc. insomma, sintomi del tutto simili a quelli dell’influenza che avrebbe dovuto prevenire. Molto più raramente possiamo avere degli effetti collaterali anche molto gravi come shock anafilattico, vasculiti, disturbi neurologici, encefalomieliti e una forma di paralisi nota come Sindrome di Guillàin-Barrè (GBS). Nella loro rarità questi effetti sono sempre possibili e vaccinando un elevato numero di persone si potranno contare in quantità non indifferente: persone precedentemente sane quindi che si ritrovano con gravi complicanze provocate dalla vaccinazione e tutto questo per “proteggersi” da una malattia estremamente benigna com’è l’influenza.



Come possiamo difenderci in maniera naturale a batteri e virus? La componente fisica, mentale e spirituale possono aiutarci?



La migliore strategia è sicuramente quella di mantenere il nostro corpo sano e vitale curando sia la nostra componente fisica che mentale, giorno per giorno. Questo ci garantisce la protezione contro non uno, ma tutti i milioni di microrganismi che ci circondano. Il nostro stato psicologico rimane poi sempre di fondamentale importanza visto che condiziona enormemente il nostro sistema immunitario quindi, tenersi più lontano possibile dalle fonti di stress e cercare di condurre una vita serena, felice, all’insegna dell’armonia con sè stessi e con gli altri, cercando sempre di tenersi impegnati nel perseguire gli scopi più nobili per cui siamo stati creati.



Intervista a cura di Fabio Polese,
www.agenziastampaitalia.it


21 novembre: Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia.


Il Comune di Marino adotta un bimbo palestinese e in occasione della "Giornata Mondiale dei Diritti dell'Infanzia" anche a Roma si svolgerà un banchetto informativo per le adozioni promosso dall'Associazione Culturale Zenit. Intanto, anche a Perugia, continua la sensibilizzazione per le adozioni e per la difficile situazione nella striscia di Gaza. Nei prossimi giorni saranno effettuati banchetti e volantinaggi.

 







21 novembre: Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia - Sostieni la speranza!



L'associazione culturale Zenit desidera con la presente annunciare l'iniziativa che la vedrà interprete domenica prossima 21 novembre, in occasione della "giornata internazionale per i diritti dell'infanzia". Alle prime ore del mattino sarà allestito all'ingresso della stazione metro Linea A "Battistini" un banchetto - che durerà sino a tardo pomeriggio -  sul quale verrà disposto materiale informativo relativo alla campagna di adozioni a distanza di piccoli orfani palestinesi, i componenti dell'associazione distribuiranno il materiale ai passanti e si renderanno disponibili ad arrecare informazioni vocali a riguardo, ove richiesto dalle persone interessate. L'iniziativa non persegue alcuno scopo di lucro e rifiuta ottuse etichette. L'unica motivazione che spinge l'associazione a prodigarsi è promuovere la difesa dei diritti di bambini che debbono affrontare - per giunta da orfani - le difficoltà soverchianti che guerre e maltrattamenti, ai quali sono sottoposti quotidianamente molti civili palestinesi, comportano. Mentre la maggior parte degli intellettuali "impegnati" si dimostra renitente a porre all'attenzione dell'opinione pubblica le condizioni di difficoltà che queste creature innocenti vivono in quei drammatici tuguri che sono i campi profughi, si stima che nella sola Striscia di Gaza il numero degli orfani abbia raggiunto quota 52.000 (su un totale di 1.400.000 abitanti), dei quali 1.900 a seguito dell'ultima offensiva di Israele, risalente al dicembre 2008/gennaio 2009 e denominata Piombo Fuso. Povertà, difficoltà politiche dei governi e - nel caso della Striscia di Gaza - un vessatorio embargo impediscono la realizzazione di adeguate forniture di servizi per far fronte a questa emergenza: medicinali e altri beni di prima necessità, assistenza psicologica ed assistenza educativa.

Ciò che preme all'associazione culturale Zenit è sì invitare i destinatari di questa comunicazione a venirci a trovare domenica prossima, fosse anche per un semplice e gradito saluto, ma è soprattutto suo obiettivo quello di farsi portavoce presso di voi della promozione di un'iniziativa che corrisponde ad un gesto di solidarietà attiva nei confronti di una parte di quei più piccoli che, loro malgrado, si vedono privati del proprio diritto a vivere un'infanzia serena. Di seguito l'associazione vi propone una copia del volantino che verrà distribuito domenica (fronte/retro) esortandovi a leggerlo al fine di avere più precise informazioni sui contenuti e sulle modalità dell'iniziativa di adozione a distanza.




http://assculturalezenit.spaces.live.com/





LA CASADELLAFAMIGLIA ADOTTA A DISTANZA UN BAMBINO PALESTINESE E SOSTIENE PROGETTI INTERNAZIONALI LEGATI ALLA GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA.

 

La Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia, che ricorre il 20 novembre, rappresenta un evento fondamentale per ricordare i diritti dei minori in tutto il mondo. Come oramai consuetudine da alcuni anni a questa parte, il Comune di Marino, ed in particolare la Casa della Famiglia, desiderano ricordare questo momento attraverso iniziative mirate e significative. Tra le iniziative di quest’anno, spicca quella di adottare a distanza un piccolo orfano palestinese. La Comunità Solidarista Popoli, in collaborazione con l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP), ha lanciato l’iniziativa delle adozioni a distanza.  La Casa della Famiglia, in virtù della collaborazione già in essere con “Popoli”, ha deciso di dare un ulteriore segno di altruismo e speranza per questi bambini meno fortunati. Nessuno può essersi dimenticato la crudele aggressione israeliana ai danni del popolo della striscia di Gaza di due anni fa denominata “piombo fuso”. A seguito di questa aggressione, molti dei bambini di Gaza, ma anche della Cisgiordania, dei campi profughi del Libano e della Siria, sono rimasti orfani ed è quindi a loro che va rivolto l’impegno di un’ adozione. Un piccolo gesto d’amore e di solidarietà. Tutti possono adottare a distanza, ma in questo caso, il Comune di Marino, ha scelto di impegnarsi in prima persona svolgendo un’adozione annuale, a cui andrà di pari passo, un’azione di sensibilizzazione su quello che giornalmente accade al martoriato popolo palestinese e di informazione sul territorio sulle modalità per svolgere queste adozioni.

 

Abbiamo avuto l’occasione di porgere alcune domande alla Consigliera Cinzia Minucci, delegata alla Casa della Famiglia ed al responsabile della Comunità Solidarista Popoli di Catania che porta avanti l’iniziativa delle adozioni.

 

Cinzia Minucci, perché la scelta dell’adozione a distanza e perché proprio di un piccolo orfano palestinese?

 

Mi ha colpito profondamente quanto criminalmente ordito attraverso la sanguinosa operazione israeliana denominata “piombo fuso”, ai danni del popolo palestinese, già martoriato da anni, nella indifferenza generale e nell’insensibilità dei mass media e della politica internazionale. Inoltre sostengo personalmente il valore dell’adozione, anche a distanza. Pertanto quando mi è stato proposto un progetto di questo tipo ho aderito con entusiasmo, proponendo ai miei collaboratori di predisporre quanto necessario per dare visibilità all’iniziativa e per pubblicizzarla in modo da sensibilizzare la cittadinanza di Marino in particolare in occasione della ricorrenza della Giornata Mondiale di diritti dell’infanzia.

 

Chi può adottare a distanza?

 

Tutti possono adottare a distanza: singoli, famiglie, gruppi di amici, scuole. In questo caso desideriamo dare l’esempio, attraverso l’adozione fatta dalla Città di Marino, in modo che la popolazione sia sensibilizzata e si avvicini  a questo strumento di solidarietà così concreto e facile da realizzare.

 

Per entrare nel vivo delle adozioni, chiediamo al responsabile catanese della Comunità Solidarista Popoli: come si svolge concretamente ed a cosa mira il sostegno a distanza?

 

L’adozione o sostegno a  distanza, vuole realizzare alcuni fondamentali obiettivi legati all’infanzia ed ai suoi diritti che non possiamo tralasciare. Essi consistono, premesso l’obiettivo di assicurare il sostentamento alimentare, nell’assistenza scolastica, nell’assistenza sanitaria e nel corredare i minori del vestiario. Una quota a parte viene inoltre destinata al sostegno dei volontari che operano nei campi profughi. L’adozione può essere annuale ed essere prorogata. Il sostegno su di un minore potrebbe anche interrompersi per cause da noi non dipendenti - in caso ad esempio di suo trasferimento -, ma in quel caso, previa comunicazione agli interessati, proseguirebbe a favore di un altro bambino o di un’altra bambina.

 

Quanto costa un’adozione?

 

L’adozione comporta un impegno, annuale, veramente minimo, pari a 50 euro mensili.  E’ un’ esiguità se rapportato a quanto di utile e significativo si può realizzare a favore di minori così sfortunati, tanto da non avere praticamente nulla, a partire dall’affetto dei genitori, che purtroppo gli sono stati strappati dalla criminale ed insensata violenza israeliana. Chi fosse interessato a svolgere un’adozione a distanza può contattarci all’indirizzo mail: catania@comunitapopoli.org

 

Sempre il 20 novembre, in occasione della Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia, il Comune di Marino, attraverso la Casa della Famiglia, sosterrà un progetto, anch’esso di respiro internazionale, proposto dall’associazione argentina di sacerdoti salesiani denominata Amor, Vida Y Famiglia con sede in San Rafael. L’associazione ha evidenziato la necessità di implementare le proprie risorse economiche destinandole in particolare all’acquisto di macchine stampatrici ed ulteriori macchinari che possano servire ad agevolare l’inserimento o il reinserimento al lavoro di giovani ed adulti, che si trovino in disagio. Il Comune, attraverso la Casa della Famiglia, parteciperà con l’erogazione di un contributo alla realizzazione del progetto formativo perseguito dall’associazione, per rendere possibile a giovani ed adulti, senza sostegno e famiglia,  l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro.


lunedì 15 novembre 2010

25 NOVEMBRE ORE 17.00 - MOSTRA FOTOGRAFICA SUI KAREN - AULA MAGNA UNIVERSITA' PER STRANIERI - PERUGIA / IN SERATA CENA BENEFIT






Giovedì 25 Novembre 2010

Mostra fotografica sul Popolo Karen



All'interno della manifestazione "BAGLIORI D'AUTORE" - Festival nazionale di letteratura.



BIRMANIA: UNA DEMOCRAZIA DIETRO LE SBARRE.



Ospite: Beaudee Zawmin

Rappresentante del Governo Birmano in Esilio



Con: Roberto Segatori, Flavio Lotti, Giovanni Paoletti

e Fabio Polese, volontario della Comunità Solidarista Popoli



ORE 17.00

AULA MAGNA - UNIVERSITA' PER STRANIERI DI PERUGIA



Con il patrocinio di:

Regione Umbria

Provincia di Perugia

Comune di Perugia - Cultura

Università per Stranieri di Perugia

Università di Perugia








 



Cena benefit e visione filmati dell'ultima missione di "Popoli" in Birmania a fianco dei Karen.

Per informazioni: controventopg@libero.it


Il modello perduto.


La rivolta degli studenti inglesi e le manifestazioni di massa contro i tagli delle pensioni in Francia o quella promossa dalla Fiom a Roma in difesa del lavoro possono essere lette come un primo tentativo di difendere dall' Europa il modello sociale europeo. Un' espressione che suona un po' astratta, ma è ricca di significati concreti. Essa vuol dire infatti pensioni pubbliche non lontane dall' ultima retribuzione; un sistema sanitario accessibile a tutti; scuola pubblica gratuita e università a costo minimo; un esteso sistema di diritti del lavoro, e molte altre cose ancora. Negli ultimi cinquant' anni il modello sociale europeo ha migliorato la qualità della vita di decine di milioni di persone ed ha permesso loro di credere che il destino dei figli sarebbe stato migliore di quello dei genitori. Ora il modello sociale europeo è sotto attacco nientemeno che da parte dell' Europa.



Tutti sostengono che è necessario tagliare tutto: pensioni, sanità, scuola, università, salari, diritti. Il motivo lo ha spiegato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet.



In un articolo apparso sul "Financial Times" nel luglio scorso, il cui titolo suonava "è tempo per tutti di stringere la cinghia", egli scriveva che per sostenere la "sfera finanziaria" è stato accollato ai contribuenti Ue il rischio di dover sborsare 4 trilioni di euro (cioè quattromila miliardi: quasi tre volte il Pil dell' Italia) tra ricapitalizzazioni, garanziee acquisto di titoli tossici. Il "sillogismo di Trichet" dice: voi cittadini vi siete indebitati per trilioni di euro al fine di salvare dalla crisi il settore finanziario; chi contrae debiti deve ripagarli; dunque voi dovete rinunciare a trilioni di spesa pubblica per consolidare il bilancio degli stati. Il che significa tagliare pensioni, sanità, scuola, università, diritti.



Già un mese prima il nuovo governo liberal-conservatore del Regno Unito aveva deciso di ridurre del 60 per cento gli investimenti governativi, di tagliare 600.000 posti nel settore pubblico e triplicare le tasse universitarie (portandole da 3.000 a 9.000 sterline). I governi d' Europa danno la colpa a un' accoppiata infernale: il deficit crescente dei bilanci pubblici indotto dai costi eccessivi dello stato sociale, e la parallela diminuzione delle entrate fiscali causata dalla crisi. Nessuna delle due giustificazioni sta in piedi. Il deficit medio dei bilanci pubblici nei paesi della zona euro era appena dello 0,6 per cento del Pil nel 2007. Nel 2010 risulta aumentato di 11 volte, toccando il 7 per cento. Colpa di un eccesso di spesa sociale? Certo che no. Nel periodo indicato essa è stabile o in diminuzione. Semmai colpa della crisi finanziaria. Quanto alle entrate, sono diminuite prima della crisi a causa della forte riduzione delle tasse di cui hanno beneficiato soprattutto i patrimoni e i redditi più alti. In Francia, ad esempio, un rapporto presentato all' Assemblea a fine giugno 2010 lamentava che a causa delle "massicce riduzioni" delle imposte, susseguitesi dall' anno 2000 in poi, le entrate fiscali del bilancio dello stato hanno subito perdite valutabili tra i 100 e i 120 miliardi di euro. Nel quadro dell' attacco che i governi di destra d' Europa - magari con etichetta socialista, come quello di Zapatero- stanno portando al modello sociale europeo, il governo italiano appare del tutto allineato e coperto. Taglia alla grossa la spesa sociale in modi diretti e indiretti, tra cui la drastica riduzione dei trasferimenti agli enti locali. Per di più il paese Italia è messo assai peggio degli altri.



Gli italiani non possono infatti contare su sussidi di disoccupazione che toccano l' 80% della retribuzione e possono durare per anni, o su ampi e solidi servizi alle famiglie, come avviene in Danimarca. Né su un reddito minimo garantito come hanno i francesi. E tantomeno ricevono gli alti salari inglesi o tedeschi, che almeno quando uno lavora permettono di reggere meglio le riduzioni dei servizi sociali. L' attacco dell' Europa al proprio modello sociale non è soltanto iniquo. È pure cieco, perché apre la strada a una lunga recessione. Meno scuola e meno università significano avere entro pochi anni meno persone capaci di far fronte alle esigenze di un' economica innovativa e sostenibile. Infrastrutture sgangherate costano miliardi solo in termini di tempo. Servizi sociali in caduta libera vogliono dire meno occupazione sia tra chi li presta, sia tra chi vorrebbe disporne per poter lavorare. A una generazione intera la quale va incontro a pensioni che per chi ha la fortuna di decenni di lavoro stabile stanno scendendo verso la metà dell' ultima retribuzione, è arduo chiedere di pagare la crisi una seconda volta. Ma l' attacco al modello sociale europeo è anche peggio della vocazione al suicidio economico che tradisce. Significa ferire gravemente uno dei maggiori fondamenti dell' identità europea, quello che forse giustifica più di ogni altro l' esistenza della Ue. -



Luciano Gallino

Fonte: www.repubblica.it


Bionic burger.




 



Per maggiori informazioni: http://BionicBurger.com o http://www.TheBestDayEver.com


domenica 14 novembre 2010

Quando il calcio uccide... [Giovedì 18 Novembre - ore 17.00 - Sala della Vaccara, Perugia]




GIOVEDì 18 NOVEMBRE ore 17.00

Sala della Vaccara, Piazza IV Novembre - PERUGIA



Introduce:

Claudio MILLEFIORINI (Associazione Triskelion)



Intervengono:

Maurizio MARTUCCI (saggista, autore di Cuori tifosi)

Leonardo VARASANO (giornalista)

Fabio POLESE (Associazione Culturale Tyr Perugia)


giovedì 11 novembre 2010

11/11/2007 11/11/2010 GABRIELE VIVE.




Stesso giorno, tre anni dopo. Ancora un altro 11 Novembre, ancora nel nome di Gabriele Sandri. Nessuno ha dimenticato, in tanti lo ricordano e oggi continueranno a farlo. Per lui, ieri striscioni negli stadi di calcio. Nella Genova rossoblù come a Cesena, stessa scritta: GIUSTIZIA PER GABRIELE.



Ma soprattutto ieri sera c’è stata una silenziosa fiaccolata a Roma, davanti alla Bocca della Verità, un luogo altamente simbolico. Centinaia di cittadini con una candela in mano e lo sguardo rivolto verso il cielo: “Quella mano assassina e armata che ha ucciso mio figlio – ha detto Giorgio Sandri – oggi dovrebbe stare dentro la Bocca della Verità e raccontare, dopo 3 anni di bugie e menzogne, la verità di come me l’ha ucciso…” C’erano le immagini sorridenti di Gabbo appese su una ringhiera, c’era lo striscione del Comitato Mai Più 11 Novembre, promotore di un’iniziativa durata due mesi. Ieri sera in piazza c’erano simbolicamente 25.000 persone, il Popolo di Gabriele, i firmatari della petizione popolare per la targa a Badia Al Pino Est, rappresentato da quelle fiammelle di libertà che nessuno potrà spegnere. Nemmeno un divieto assurdo che ha scosso palinsesti televisivi e redazioni di giornale. Oggi ne scrivono e parlano in molti…





 



AUTOSTRADE IN RETROMARCIA, MA I VERTICI SI LEGGANO ‘CUORI TIFOSI’…



Dopo un tira e molla vertiginoso, l’insurrezione dell’opinione pubblica e della famiglia Sandri, ieri è stato il turno di istituzioni e politica. Nella Commissione Sport della Camera dei Deputati, l’On. Paola Frassinetti (PDL), insieme ad altri 9 cofirmatari, si è fatta promotrice di una risoluzione che “impegna il Governo a mettere in atto un tavolo di confronto fra le parti al fine di assicurare l’affissione della targa commemorativa”.



 



Con Giorgio Sandri, in rappresentanza del comitato promotore e delle 25.000 firme raccolte, ieri siamo stati ricevuti dall’On. Renata Polverini, Presidente della Regione Lazio. Polverini si è attivata in prima persona per sciogliere il nodo burocratico. “Sono fiduciosa, a breve si potrà mettere la targa per Gabriele, un simbolo per migliaia di giovani, per l’intero mondo delle tifoserie e non solo. Ma adesso la palla passa alle autorità territoriali, ovvero il sindaco del luogo e il Vice Prefetto Vicario di Arezzo.” E sempre ieri dall’interrogazione parlamentare dell’On. Walter Verini (PD) si è appreso che il “Sindaco di Civitella in Val di Chiana si dichiara onorato di poter concedere il nulla osta alla posa della targa”. Ma perché?



 



Semplice. Dopo la bufera, Autostrade per l’Italia SpA ha fatto marcia indietro, trovando la via d’uscita. “Per rispetto alla famiglia Sandri – ha spiegato in un comunicato stampa l’Amministratore Delegato Giovanni Castellucci – e con la speranza che il ricordo di Gabriele possa rappresentare un monito affinché simili tragedie non possano ripetersi in futuro, Autostrade per l’Italia ha già interessato

la Prefettura di Arezzo e il Comune di Civitella in Val di Chiana, ai quali la famiglia Sandri, che ho personalmente informato in queste ore, deve far pervenire la richiesta di autorizzazione
”.Ma anche qui c’è un però. E non di poco conto. Basta leggere attentamente tra le righe della nota ufficiale diramata da Autostrade SpA:“E’ opportuno ricordare che le aree di servizio sulla nostra rete sono quasi ogni domenica teatro di tensioni, e spesso di veri e propri atti di violenza, legati ai trasferimenti delle tifoserie in occasione delle partite di calcio. E’ proprio in una di queste circostanze che purtroppo è avvenuta la tragica morte di Gabriele Sandri, ai cui familiari e amici non è mai venuta meno, né oggi e tantomeno in passato, la mia personale solidarietà e quella di Autostrade per l’Italia”. Ma come? Ci risiamo? Orami lo sanno tutti, ma forse continua ad ignorarlo ancora l’AD Castellucci. Tre anni fa in quell’autogrill non ci fu nessuna rissa e Spaccarotella sparò contro l’auto in movimento su cui era a bordo Sandri senza che ce ne fosse motivo. Senza un perché, contravvenendo alle regole d’ingaggio degli agenti di Polizia e al Codice Penale. Forse Castellucci non lo sa, ma la magistratura ha archiviato il procedimento per rissa perché rissa in quell’autogrill non ci fu mai. Forse Castellucci non ha avuto il tempo di seguire le fasi dibattimentali e il processo di Arezzo in cui Spaccarotella è stato condannato (comunque) per omicidio colposo (l’appello è per il dolo). Allora consiglio all’Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia SpA di informarsi bene prima di abbandonarsi frettolosamente a certe equivoche e strumentali esternazioni. Come? Si legga il mio ultimo libro CUORI TIFOSI. E forse capirà…. ASPETTIAMO FIDUCIOSI….



Adesso attendiamo. Aspettiamo l’evolversi degli eventi. Dopo gli ultimi sviluppi, restiamo alla finestra. Vigili come sempre. L’autorizzazione definitiva dovrebbe arrivare in poco tempo, almeno così ci ha detto il Presidente della Regione Lazio. E quando verrà ufficializzata, sarà la vittoria di tutti. Sarà la vittoria della verità sulla menzogna. Sarà la vittoria della luce sulle tenebre oscure, della gente contro la burocrazia asfissiante. Sarà la vittoria dei 25.000 firmatari e di tutto il Popolo di Gabriele. Quando arriverà l’autorizzazione ufficiale e definitiva, andremo tutti insieme a Badia Al Pino Est per posare la targa. Nel rispetto delle regole! In modo composto e dignitoso. Come oggi è il nostro ricordo, che va a quel povero ragazzo, a Gabriele Sandri, ucciso 3 anni fa senza un motivo. Anche ieri era l’11 Novembre. E questa data ci ha cambiati. Ma con la targa, almeno la memoria sarà salva. Prima che giustizia giusta venga sentenziata…



 



Maurizio Martucci



(dal blog del libro CUORI TIFOSI - cuoritifosi.ormedilettura.com)


mercoledì 10 novembre 2010

Anche il Comune di Marino adotta un orfano palestinese.


LA CASADELLAFAMIGLIA ADOTTA A DISTANZA UN BAMBINO PALESTINESE E SOSTIENE PROGETTI INTERNAZIONALI LEGATI ALLA GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA.

 

La Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia, che ricorre il 20 novembre, rappresenta un evento fondamentale per ricordare i diritti dei minori in tutto il mondo. Come oramai consuetudine da alcuni anni a questa parte, il Comune di Marino, ed in particolare la Casa della Famiglia, desiderano ricordare questo momento attraverso iniziative mirate e significative. Tra le iniziative di quest’anno, spicca quella di adottare a distanza un piccolo orfano palestinese. La Comunità Solidarista Popoli, in collaborazione con l’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP), ha lanciato l’iniziativa delle adozioni a distanza.  La Casa della Famiglia, in virtù della collaborazione già in essere con “Popoli”, ha deciso di dare un ulteriore segno di altruismo e speranza per questi bambini meno fortunati. Nessuno può essersi dimenticato la crudele aggressione israeliana ai danni del popolo della striscia di Gaza di due anni fa denominata “piombo fuso”. A seguito di questa aggressione, molti dei bambini di Gaza, ma anche della Cisgiordania, dei campi profughi del Libano e della Siria, sono rimasti orfani ed è quindi a loro che va rivolto l’impegno di un’ adozione. Un piccolo gesto d’amore e di solidarietà. Tutti possono adottare a distanza, ma in questo caso, il Comune di Marino, ha scelto di impegnarsi in prima persona svolgendo un’adozione annuale, a cui andrà di pari passo, un’azione di sensibilizzazione su quello che giornalmente accade al martoriato popolo palestinese e di informazione sul territorio sulle modalità per svolgere queste adozioni.

 

Abbiamo avuto l’occasione di porgere alcune domande alla Consigliera Cinzia Minucci, delegata alla Casa della Famiglia ed al responsabile della Comunità Solidarista Popoli di Catania che porta avanti l’iniziativa delle adozioni.

 

Cinzia Minucci, perché la scelta dell’adozione a distanza e perché proprio di un piccolo orfano palestinese?

 

Mi ha colpito profondamente quanto criminalmente ordito attraverso la sanguinosa operazione israeliana denominata “piombo fuso”, ai danni del popolo palestinese, già martoriato da anni, nella indifferenza generale e nell’insensibilità dei mass media e della politica internazionale. Inoltre sostengo personalmente il valore dell’adozione, anche a distanza. Pertanto quando mi è stato proposto un progetto di questo tipo ho aderito con entusiasmo, proponendo ai miei collaboratori di predisporre quanto necessario per dare visibilità all’iniziativa e per pubblicizzarla in modo da sensibilizzare la cittadinanza di Marino in particolare in occasione della ricorrenza della Giornata Mondiale di diritti dell’infanzia.

 

Chi può adottare a distanza?

 

Tutti possono adottare a distanza: singoli, famiglie, gruppi di amici, scuole. In questo caso desideriamo dare l’esempio, attraverso l’adozione fatta dalla Città di Marino, in modo che la popolazione sia sensibilizzata e si avvicini  a questo strumento di solidarietà così concreto e facile da realizzare.

 

Per entrare nel vivo delle adozioni, chiediamo al responsabile catanese della Comunità Solidarista Popoli: come si svolge concretamente ed a cosa mira il sostegno a distanza?

 

L’adozione o sostegno a  distanza, vuole realizzare alcuni fondamentali obiettivi legati all’infanzia ed ai suoi diritti che non possiamo tralasciare. Essi consistono, premesso l’obiettivo di assicurare il sostentamento alimentare, nell’assistenza scolastica, nell’assistenza sanitaria e nel corredare i minori del vestiario. Una quota a parte viene inoltre destinata al sostegno dei volontari che operano nei campi profughi. L’adozione può essere annuale ed essere prorogata. Il sostegno su di un minore potrebbe anche interrompersi per cause da noi non dipendenti - in caso ad esempio di suo trasferimento -, ma in quel caso, previa comunicazione agli interessati, proseguirebbe a favore di un altro bambino o di un’altra bambina.

 

Quanto costa un’adozione?

 

L’adozione comporta un impegno, annuale, veramente minimo, pari a 50 euro mensili.  E’ un’ esiguità se rapportato a quanto di utile e significativo si può realizzare a favore di minori così sfortunati, tanto da non avere praticamente nulla, a partire dall’affetto dei genitori, che purtroppo gli sono stati strappati dalla criminale ed insensata violenza israeliana. Chi fosse interessato a svolgere un’adozione a distanza può contattarci all’indirizzo mail: catania@comunitapopoli.org

 

Sempre il 20 novembre, in occasione della Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia, il Comune di Marino, attraverso la Casa della Famiglia, sosterrà un progetto, anch’esso di respiro internazionale, proposto dall’associazione argentina di sacerdoti salesiani denominata Amor, Vida Y Famiglia con sede in San Rafael. L’associazione ha evidenziato la necessità di implementare le proprie risorse economiche destinandole in particolare all’acquisto di macchine stampatrici ed ulteriori macchinari che possano servire ad agevolare l’inserimento o il reinserimento al lavoro di giovani ed adulti, che si trovino in disagio. Il Comune, attraverso la Casa della Famiglia, parteciperà con l’erogazione di un contributo alla realizzazione del progetto formativo perseguito dall’associazione, per rendere possibile a giovani ed adulti, senza sostegno e famiglia,  l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro.


VERGOGNA!




Ignorate più di 25.000 firme. Nessuna targa per ricordare il giovane Gabriele Sandri.




(ASI) Non potrà essere esposta la targa commemorativa alla stazione di servizio di Badia Al Pino dove l’undici novembre del 2007 venne ucciso dall’Agente Scelto della Polizia di Stato Luigi Spaccarotella, il giovane Gabriele Sandri. Il “Comitato Mai Più 11 Novembre”, in pochi mesi, aveva raccolto più di 25.000 firme facendo banchetti in tutta Italia. Giorgio Sandri, papà di Gabriele, ha dichiarato: “Confido nello scioglimento del nodo burocratico. Non si può ignorare la richiesta del Popolo di Gabriele, 25.000 cittadini hanno firmato la petizione. Non voglio credere che qualcuno possa impedire di mettere una semplice targa per ricordare a perenne memoria mio figlio”. Domani saranno passati tre anni da quella domenica di sangue e il primo dicembre 2010 si terrà il Processo d’Appello dove la famiglia Sandri e la Procura Generale presso la Corte d’Appello sono ricorsi sostenendo la tesi dell’omicidio volontario. Nella serata di oggi (mercoledi), si terrà a Roma, alla Bocca della Verità, un sit-in silenzioso con una fiaccolata dalle ore 18.00 alle ore 20.00.




http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=916:ignorate-piu-di-25000-firme-nessuna-targa-per-ricordare-il-giovane-gabriele-sandri-&catid=16:italia&Itemid=39


martedì 9 novembre 2010

BIRMANIA - Dopo le elezioni , scontri con i Karen al confine con la Thailandia.


(ASI) SCONTRI - Le elezioni si sono svolte ieri, ma sale la contestazione per le irregolarità commesse. Oggi l’etnia Karen ha ingaggiato scontri a fuoco con la giunta militare birmana nei pressi di Mae Sot al confine con la Thailandia. Le notizie fin ora apprese parlano di tre morti e di circa una diecina di feriti. Gli scontri sarebbero iniziati da alcuni battaglioni della quinta Brigata del D.K.B.A. – Democratic Karen Buddhist Army – che domenica avrebbero occupato un seggio elettorale a Myawaddy - cittadina lungo il fiume Moei – e una caserma della polizia. Secondo la BBC gli scontri si stanno estendendo più a sud – nell’area delle Tre Pagode - dove l’esercito thailandese avrebbe fatto arrivare dei rinforzi, anche se, per ora, fa sapere che non risponderà agli spari. Secondo altre fonti, sempre in queste ore, si stanno spostando anche delle unità della K.N.L.A. – Karen National Liberation Army – molto probabilmente per attaccare e per aumentare la pressione sulla giunta militare birmana che occupa i territori Karen. Si parla di dieci, quindicimila rifugiati che si sono riversati in territori thailandesi. Intanto, oggi, è stato vietato dall’Ambasciatore birmano in Thailandia il visto a Kim Aris, figlio di Aung San Suu Kyi che intendeva visitare la madre che non vede dal 2000.



ELEZIONI - Anche se secondo le ultime indiscrezioni venute fuori da fonti ufficiali - che sono volute rimanere anonime - il principale partito di opposizione avrebbe preso più voti del previsto, molto alta è stata l’astensione alle urne, vista la mancanza di una reale condizione di trasparenza e vista l’esclusione di Aung San Suu Kyi.




http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=897:birmania-dopo-le-elezioni-scontri-con-i-karen-al-confine-con-la-thailandia&catid=3:politica-estera&Itemid=35

lunedì 8 novembre 2010

Facebook: il ministero degli Interni ha ottenuto le chiavi per entrare nei profili.


Senza dirlo a nessuno il ministero degli Interni italiano ha ottenuto dai vertici di Facebook le chiavi per entrare nei profili degli utenti anche senza mandato della magistratura. Una violazione della privacy che farà molto discutere.



Negli Stati Uniti, tra mille polemiche, è allo studio un disegno di legge che, se sara approvato dal Congresso, permettera alle agenzie investigative federali di irrompere senza mandato nelle piattaforme tecnologiche tipo Facebook e acquisire tutti i loro dati riservati.



In Italia senza clamore, lo hanno già fatto. I dirigenti della Polizia postale due settimane fa si sono recati a Palo Alto, in California, e hanno strappato, primi in Europa, un patto di collaborazione che prevede la possibilità di attivare una serie infinita di controlli sulle pagine del social network senza dover presentare una richiesta della magistratura e attendere i tempi necessari pei una rogatoria internazionale. Questo perchè, spiegano alla Polizia Postale, la tempestività di intervento è fondamentale per reprimere certi reati che proprio per la velocita di diffusione su Internet evolvono in tempo reale.

Una corsia preferenziale, insomma, che potranno percorrere i detective digitali italiani impegnati soprattutto nella lotta alla pedopornografia, al phishing e alle truffe telematiche, ma anche per evitare inconvenienti ai personaggi pubblici i cui profili vengono creati a loro insaputa. Intenti forse condivisibili, ma che di fatto consegnano alle forze dell'ordine il passepartout per aprire le porte delle nostre case virtuali senza che sia necessaria l'autorizzazione di un pubblico ministero. In concreto, i 400 agenti della Direzione investigativa della Polizia postale e delle comunicazioni potranno sbirciare e registrare i quasi 17 milioni di profili italiani di Facebook.


 


polizia_postale


Ma siamo certi che tutto ciò avverrà nel rispetto della nostra privacy? In realtà, ormai da un paio d'anni, gli sceriffi italiani cavalcano sulle praterie di bit. Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e persino i vigili urbani scandagliano le comunità di Internet per ricavare informazioni sensibili, ricostruire la loro rete di relazioni, confermare o smentire alibi e incriminare gli autori di reati. Sempre più persone conducono in Rete una vita parallela e questo spiega perche alle indagini tradizionali da tempo si affianchino pedinamenti virtuali. Con la differenza che proprio per l'enorme potenzialità del Web e per la facilità con cui si viola riservatezza altrui a molto facile finire nel mirino dei cybercop: non è necessario macchiarsi di reati ma basta aver concesso l'amicizia a qualcuno che graviti in ambienti "interessanti" per le forze dell'ordine.



A Milano, per esempio, una sezione della Polizia locale voluta dal vicesindaco Riccardo De Corato sguinzaglia i suoi "ghisa" nei gruppi di writer, allo scopo di infiltrarsi nelle loro community e individuare le firme dei graffiti metropolitani per risalire agli autori e denunciarli per imbrattamento. Le bande di adolescenti cinesi che, tra Lombardia e Piemonte, terrorizzano i connazionali con le estorsioni, sono continuamente monitorate dagli interpreti della polizia che si insinuano in Qq, la più diffusa chat della comunità. Anche le gang sudamericane, protagoniste in passato di regolamenti di conti a Genova e Milano, vengono sorvegliate dalle forze dell'ordine. E le lavagne degli uffici delle Squadre mobili sono ricoperte di foto scaricate da Facebook, dove i capi delle pandillas che si fanno chiamare Latin King, Forever o Ms18 sono stati taggati insieme ad a ltri ragazzi sudamericani, permettendo cosi agli agenti di conoscere il loro organigramma. Veri esperti nel monitoraggio del Web sono ormai gli investigatori delle Digos, che hanno smesso di farsi crescere la barba per gironzolare intorno ai centri sociali o di rasarsi i capelli per frequentare le curve degli stadi. Molto più semplice penetrare nei gruppi considerati a rischio con un clic del mouse. Quanto ai Carabinieri, ogni reparto operativo autorizza i propri militari, dal grado di maresciallo in su, ad accedere a qualunque sito internet per indagini sotto copertura, soprattutto nel mondo dello spaccio tra giovanissimi che utilizzano le chat per fissare gli scambi di droga o ordinare le dosi da ricevere negli istituti scolastici. Mentre, per prevenire eventuali problemi durante i rave, alle compagnie dei Carabinieri di provincia è stato chiesto di iscriversi al sito di social networking Netlog, dove gli appassionati di musica tecno si danno appuntamento per i raduni convocando fans da tutta Europa. A caccia di raver ci sono anche i venti compartimenti della Polizia postale e delle comunicazioni, localizzati in tutti i capoluoghi di regione e 76 sezioni dislocate in provincia. «Il nostro obiettivo è quello di prevenire i rave party prima che abbiano inizio», spiegano, «e per questo ci inseriamo nelle comunicazioni tra organizzatori e partecipanti, nei social network, nei forum e nei biog». Così può capitare che anche chi ha semplicemente partecipato ad una chat per commentare un gruppo musicale finisca per essere radiografato a sua insaputa.


polizia-postale-carabinieri-facebook


In teoria queste attività sono coordinate dalle procure che conducono le indagini su singoli fatti o su fenomeni più ampi. I responsabili dei social network non ci tengono a farlo sapere e parlano di una generica offerta di collaborazione con le forze dell'ordine per impedire che le loro piattaforme favoriscano alcuni delitti. Un investigatore milanese rivela a "L'espresso" che, grazie alle autorizzazioni della magistratura, da tempo ottiene dai responsabili di Facebook Italia di visualizzare centinaia di profili riservati di altrettanti utenti, riuscendo persino ad avere accesso ai contenuti delle chat andando indietro nel tempo fino ad un anno. Chi crede di aver impostato le funzioni di riservatezza in modo da non permettere a nessuno di vedere le foto, i post e gli scambi di messaggi con altri amici, in realtà, se nel suo gruppo c'e un sospetto, viene messo a nudo e di queste intrusioni non verrà mai a conoscenza.

E non sempre l'autorità giudiziaria viene messa al corrente delle modalità con cui vengono condotte alcune indagini telematiche. Un ufficiale dei Carabinieri, che chiede di rimanere anonimo, ammette che certe violazioni della legge sulla riservatezza delle comunicazioni vengono praticate con disinvoltura: «Talvolta», spiega l'ufficiale. «creiamo una falsa identità femminile su Fb, su Msn o su altre chat, inseriamo nel profilo la foto di un carabiniere donna, meglio se giovane e carina, e lanciamo l'esca. II nostro carabiniere virtuale tenta un approccio con la persona su cui vogliamo raccogliere informazioni, magari complimentandosi per un tatuaggio. E in men che non si dica facciamo parte del suo gruppo, riuscendo a diventare "amici" di tutti i soggetti che ci interessano». Di tutta questa attività, spiega ancora l'ufficiale, «non sempre facciamo un resoconto alla procura e nei verbali ci limitiamo a citare una fantomatica fonte confidenziale». Da oggi, in virtù dell'accordo di collaborazione con Mark Zuckerberg siglato dalla Polizia, chi conduce queste indagini potrà fare a meno di avvisare un magistrato perchè «la fantasia investigativa può spaziare», prevede un funzionario della Polposta, «e le osservazioni virtuali potranno essere impiegate anche in indagini preventive». (L'Espresso)